Thomas Schippers: Spoleto per sempre

Da "Settimo giorno", 1974

In questo brevissimo estratto dalla rubrica culturale Settimo giorno (1974), Thomas Schippers, in pochissime battute, spiega la carica innovativa e visionaria del Festival dei Due Mondi di Spoleto a sedici anni dalla sua prima edizione.

Thomas Schippers (U.S.A., 1930-1977) è stato un direttore d’orchestra, uno tra i protagonisti di maggior rilievo del Festival dei Due Mondi, che amò profondamente, come amò, ricambiato, Spoleto, tanto da essere tumulato lì, in Piazza Duomo, “la sua piazza”.

La formazione musicale di Schippers era avvenuta presso lo stesso, prestigioso Curtis Institute of Music di Philadelphia dove, molti anni prima, aveva studiato anche Gian Carlo Menotti. Frequentò, poi, la Juilliard School of Music a New York e i corsi di composizione di Paul Hindemith presso la Yale University.

Il sodalizio con Gian Carlo Menotti inizia nel 1951, quando il Maestro lo chiama a dirigere due sue opere: The Consul, al Cambridge Theatre di Londra, e la prima assoluta (24 dicembre) di Amahl and the Night Visitors allo NBC Opera Theatre di New York, nello studio 8H nel Rockefeller Center. Schippers ha appena ventuno anni. L’anno successivo, dirige ancora un’opera di Menotti, The Old Maid and Thief, al New York City Center per la New York City Opera. Nel maggio del 1955, è al Teatro alla Scala per dirigere The Saint of Bleecker Street, sempre di Menotti.

Si susseguono, poi, innumerevoli incarichi e riconoscimenti di altissimo prestigio, comprese le sue indimenticabili interpretazioni al Festival dei due Mondi. Per finire, nel 1976, è nominato direttore dell'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Una responsabilità che, purtroppo,Thomas Schippers  non potrà mai assumere. Un cancro ai polmoni lo allontanerà gradualmente dalle scene fino alla morte, così prematura, avvenuta il 16 dicembre 1977.

Thomas Schippers, l’artista ed il musicista, hanno un posto importante nella storia dei direttori d’orchestra americani. Nel secolo scorso, la nostra straordinaria, complessa e spesso sconcertante terra è riuscita a crearsi un posto brillante nella storia della musica classica. Lo ha fatto attraverso il lavoro e l’intraprendenza. Ha importato la cultura, la tradizione ed il repertorio europeo. All’inizio ondate di immigrati componevano le file delle orchestre più importanti; poi la situazione ha iniziato gradualmente ad evolversi. Anche se gli americani facevano parte delle orchestre, dei teatri lirici e dei conservatori, l’ultima roccaforte riservata ai non americani era quella della direzione d’orchestra. Pur con alcune eccezioni, questa tendenza in America è valida ancora oggi. Nello stesso periodo in cui morì Schippers, un mio vecchio e saggio amico mi disse: ‘Un direttore d’orchestra americano deve ricordarsi di due cose: gli Americani preferiscono gli Europei e gli Europei preferiscono gli Europei. Dovrai lavorare il doppio…’ Non ho dovuto pensarci su più di tanto. Ho solo pensato a Thomas Schippers
James Conlon