Roberto Masotti. Fotografia e musica 

La relazione visuale con il suono

Roberto Masotti. intervistato l’8 luglio 2019 al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, in occasione del festival ECM/Angelimusicantifest, parla della relazione tra fotografia e musica. 

Nel 1973 a seguito di un servizio per la rivista Musica Jazz per fare delle foto a Keith Jarrett a Bergamo alta, mi trovai a Monaco a far vedere queste foto a Manfred Eicher, su istigazione di Jarrett stesso, e da allora in poi è nata una relazione che è sfociata in un’attività promozionale durata trent’anni. 
Il discorso della fotografia e della musica mi ha portato a collaborare con loro e questo rapporto ha fatto sì che alcune fotografie poi finissero sulle copertine dei dischi ECM.
La relazione tra la fotografia e la musica in queste produzioni è molto relativa, non esiste una relazione così precisa tra l’esecuzione di fotografie e il loro utilizzo in un preciso contesto. Ci sono fotografie che vengono fatte in un contesto e che vengono poi usate in un altro del tutto diverso. Un caso eclatante è quello della statua di Augusto Murer, rappresentante un giovinetto, fotografata  nel 1990 nel giardino di Palazzo Massari, che Arvo Pärt, convince Masotti a fotografare per la ECM e che viene poi usata non per un disco di Arvo Pärt, ma per la copertina di Officium un album di Hilliard Ensemble e Jan Garbarek. Questo per dire che le cose si svolgono in base a criteri associativi, secondo un’evocazione che sorge in rapporto alla musica. L’estetica dell’ECM si è formata secondo questa modalità e le sue copertine sin dall’inizio sono apparse diverse da tutte le altre, secondo un ricercare di forme e di associazioni con la musica, per una sorta di atmosfera diversa. 

La relazione visuale con il suono è stata declinata in un modo assolutamente originale e tuttora produce molte imitazioni, con uno sguardo a 360 gradi che va a comprendere il più possibile tutte le musiche e non solo poche categorie, come il jazz e la musica contemporanea, due forme che avevano già allora iniziato a parlarsi. 


L’improvvisazione ha lavorato in tutte queste aree musicali, provenendo dalla musica antica e questo ha favorito la proiezione dell’idea del concetto di improvvisazione, che rende vitale sia il pensiero sulla musica che la musica stessa. Molto jazz lo fa ancora oggi e va avanti, con personaggi anche nuovissimi che hanno un’apertura completamente diversa ed esprimono dinamismo nel rapporto con i Conservatori. 

C’è ancora molta strada da fare, perché non ci si può fermare ancora oggi alla dicotomia tra la musica classica e le altre musiche. Un tassello mancante è quello del rapporto con la cosiddetta multimedialità, non esistono luoghi dove sviluppare questo aspetto, lo si fa sempre con un’enorme fatica, manca una progettazione di luoghi che i Conservatori avrebbero già dovuto inglobare, ma invece non si vede all’orizzonte nulla del genere. 

Masotti sta sviluppando da anni una ricerca in grado di offrire e sviluppare l’interazione tra una sorta di improvvisazione, più limitata di quella strumentale, attraverso la proiezione video, creando una stretta relazione con improvvisatori e con la caratteristica che noi osiamo avere il video che si porta dietro il proprio suono. Quindi un’interferenza molto progettata che dà dei risultati molto interessanti. 

Roberto Masotti è nato a Ravenna nel 1947. Studi in industrial design. Il suo lavoro più noto You tourned the tables on me, è stato esposto in numerose città italiane ed europee. É stato pubblicato nel 1995 e incluso nella mostra Il Secolo del Jazz curata da Daniel Soutif e promossa dal MART di Rovereto. Altri lavori: Jazz Area, Diario dal Sud, Life Size Acts, wallsCAGEwalls, Naturae Sequentia Mirabilis, raccoltadisguardi, John Cage, un ritratto, Arvo Pärt, un ritratto. Su Cage è stato pubblicato un volume dalla Fondazione Mudima che ospita un percorso fotografico dell’autore mentre su Pärt è stata edita un’opera collettiva edita da Nomos. Due i libri più recenti: Keith Jarrett, un ritratto e, con Silvia Lelli, Stratos e Area. Nel 2005 è stato realizzato un programma televisivo a lui dedicato per SKY/Leonardo nella serie Click e successivamente compare nei video La voce Stratos e Prog Revolution . Collabora con ECM Records dal 1973 e molte sue foto sono state incluse in importanti mostre dedicate all’etichetta a Brighton, Monaco di Baviera e Seoul in Corea. Fotografo ufficiale del Teatro alla Scala di Milano dal 1979 al 1996, con Silvia Lelli. Assieme hanno realizzato libri, mostre, installazioni, lavori video: Ravenna Recenti Memorie, Bianco Nero Piano Forte, Musiche, L’attimo prima della musica, Suoni-Spazi-Silenzi, trainCAGEtrain, Note sparse, Passacaglia Alta, La Vertigine del Teatro, Theatrum Instrumentorum, Stanze al Presente, Filarmonica della Scala (30 anni).
Diverse sono le realizzazioni video in collaborazione con compositori, improvvisatorin(con la sigla improWYSIWYG) ed ensembles, a partire dal 1998: Damiani, Trovesi, Lugo, D. Lombardi, Falascone, Del Piano, Cacciapaglia, Taglietti, Battaglia, Cavallanti– Tononi (Udu Calls), martux_m, Curran, L. Ceccarelli, Alter Ego, Sentieri Selvaggi, Matmos, Aarset, Negro-Monico, Bosetti, Sollima, Mazzon, Prati, Parker, Petrella, Rabbia, Fariselli, e TAI NO-ORCHESTRA di cui è membro. Masotti è rappresentato da 29 ARTS IN PROGRESS gallery / Milano.