I membri della Giuria

Grubert, Guttman, Pasquier, Reuning, Vengerov, Watanabe

Il'ja Chajmovič Grubert
Violinista, membro della Giuria Premio Paganini

Il'ja Grubert intraprende lo studio del violino nella Scuola di musica "Emīls Dārziņš" di Riga (Lettonia), dov’è nato nel 1954. Vince il primo concorso violinistico a quattordici anni e, riconosciute le sue grandi doti virtuosistiche, viene ammesso alla Scuola di Musica Centrale di Mosca per studiare con grandi insegnanti. Ha vinto il Premio Paganini nel 1977. Suona il Pietro II Guarneri "Wieniawski" del 1740. Attualmente è docente del Conservatorio di Amsterdam, città dove risiede. 

Il Concorso è cambiato, tutto era molto diverso ai miei tempi. Eravamo al teatro margherita, forse non proprio l’ideale per acustica e struttura. Ma ciò che davvero è cambiato  il programma del concorso, che oggi è molto più complesso rispetto al passato
Il'ja Grubert


Michael Guttman
Violinista, membro della Giuria Premio Paganini

Belga (Bruxelles, 1957), è violinista, direttore d'orchestra e direttore di festival. Suona un violino Guarneri del 1735.

Michael Guttman è stato ammesso al Conservatorio Reale di Bruxelles, prima di accedere alla prestigiosissima “Juilliard School” di New York all'età di diciassette anni.

Ha registrato concerti per violino del XX secolo con la Royal Philharmonic e la London Philharmonic. Nel 2006, ha fondato “Pietrasanta in Concerto” un festival di musica da camera a Pietrasanta (LU). 

Régis Pasquier
Violinista, membro della Giuria Premio Paganini

Nato a Fontainebleau nel 1945, violinista, proviene da una famiglia di musicisti. Nel 1958, ha vinto il Primo Premio di violino e di musica da camera al Conservatorio di Parigi. Dal 1977 al 1986, Régis Pasquier è stato violino principale dell'Orchestre National de France. Nel 1985, è stato nominato professore di Violino e Musica da Camera al Conservatorio di Parigi, dove ha insegnato fino al 2011.

Dal 1960, ha effettuato numerose tournée all'estero. Con il fratello Bruno (violista e direttore d'orchestra) e il violoncellista Roland Pidoux è stato per qualche tempo membro di un ricercato trio. 

Christopher Reuning
Liutaio, membro della Giuria Premio Paganini

Liutaio, restauratore ed esperto, Christopher Reuning è cresciuto in una famiglia di musicisti e ha iniziato a suonare il violoncello all'età di sette anni. A dodici anni è diventato apprendista liutaio presso la Casa della Primavera di Philadelphia. Nei sei anni successivi, si è recato spesso a Cremona per lavorare con Virgilio Capellini e Alfredo Primavera, che hanno completato la sua formazione. 

Reuning ha sviluppato un forte interesse per lo studio e l'identificazione dei violini antichi. Negli ultimi anni, ha organizzato mostre in Italia. È consulente del dipartimento di strumenti musicali del Museum of Fine Arts di Boston e del dipartimento di liuteria della North Bennet Street School ed è un ex amministratore della Boston Chamber Music Society. Vive a Brookline, Massachusetts.

Maxim Vengerov
Violinista, membro della Giuria Premio Paganini

Violinista, violista e direttore d'orchestra russo (Novosibirsk, Siberia Occidentale, 1974) naturalizzato israeliano, Maxim Vengerov iniziò lo studio del violino a cinque anni. A soli dieci anni, ha vinto il 1º premio al Concorso Wieniawski di Lublino e, nel 1990, il Concorso Internazionale Carl Flesch di Londra, che lo lanciò nel panorama internazionale.

Vengerov ha suonato sotto la direzione di Carlo Maria Giulini, Riccardo Chailly, Zubin Mehta, Colin Davis, tra i numerosi altri. Nel 2005, cominciò a dedicarsi anche alla direzione d'orchestra, collaborando con la Montreal Symphony Orchestra, la Toronto Symphony Orchestra, l'Orchestra Nazionale di Francia, Gstaad Gestival Orchestra. Parallelamente, Vengerov si è dedicato alla didattica, insegnando presso la Menuhin Music Academy in Svizzera e il Royal College of Music di Londra. È stato membro di giurie di concorsi internazionali, tra cui il Donatella Flick e il Menuhin; è stato, inoltre, Presidente del concorso di violino “Henryk Wieniawski” nel 2011 e 2016.

Maxim Vengerov suona lo Stradivari "ex-Kreutzer" del 1727. In passato ha suonato su vari Stradivari ("Reynier" del 1727 e "ex-Kiesewetter" del 1723) e ha posseduto un Carlo Landolfi del 1760. Come Paganini, è anche un ottimo violista. Su prestito della Royal Academy of Music ha suonato una viola Guarneri e la viola "Achinto" di Stradivari del 1696.

Reiko Watanabe
Violinista, membro della Giuria Premio Paganini

(Nata a Tokyo, Reiko Watanabe è dotata di una tecnica brillante e di un modo di suonare particolarmente espressivo. A quindici anni è stata la più giovane vincitrice del Gran Premio nella storia del Music Competition of Japan. Poi, nuovi riconoscimenti in altri prestigiosi concorsi internazionali, tra cui il "Paganini” e il “Giovanni Battista Viotti” (Vercelli), ottenendo ingaggi negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone.

Reiko Watanabe ha conseguito il bachelor e il master alla “Juilliard School” di New York. Le sue apparizioni americane includono esibizioni con la National Symphony Orchestra, la L.A. Philharmonic, la Vancouver Symphony e la St. Louis Symphony, tra le altre prestigiose orchestre. In Europa ha suonato con Philharmonia Orchestra, BBC Symphony, Orchestra Philharmonique de Radio France, Dresden Staatskapelle, Berlin Radio Symphony Orchestra, Bamberg Symphony, Hamburg Philharmonic, Tonkunstler Orchestra, Gothenburg Symphony Orchestra, Oslo Philharmonic e St. Petersburg Symphony Orchestra. 

Dal 2004, alla sua intensa attività concertistica, Reiko Watanabe, unisce l’attività didattica presso l'Akita International University. Nel 2018, il Second Eurasian Women's Forum, una conferenza internazionale tenutasi a San Pietroburgo, l'ha selezionata come una delle tredici donne professioniste di spicco, in particolare per il suo continuo contributo alle arti.

In passato era probabilmente più facile individuare le caratteristiche, le differenze tra le varie scuole violinistiche. Oggi, però, tutto è globale, alcuni dei miei studenti studiano anche in Germania, negli U.S.A. o in altri Paesi e credo che questa contaminazione faccia emergere l’individualità del singolo artista
Reiko Watanabe