La Nave Dolce nel porto di Bari

La Nave Dolce nel porto di Bari

08 Ago 2021 > 08 Ago 2021
La Nave Dolce nel porto di Bari
L’8 agosto 1991, la nave Vlora, proveniente da Durazzo, attracca al Molo Carboni del porto di Bari con il suo carico di 20.000 albanesi, uomini e donne, spesso giovanissimi, in fuga dopo quarant’anni di dittatura. Un evento questo che ha dato inizio a un profondo cambiamento nella società italiana. In occasione delle celebrazioni per il trentennale dello sbarco della Vlora, nell’estate 2021, con la partnership del Comune di Bari e del Comune di Belluno - sede della struttura di produzione -, si darà vita ad un grande evento teatrale: la realizzazione dello spettacolo La Nave Dolce nel porto di Bari, alla presenza dei rappresentanti delle Istituzioni governative Italiane e Albanesi. L'intento è rievocare lo sbarco con il rituale collettivo del teatro, nel luogo in cui tutto è avvenuto.

Il debutto dello spettacolo al porto di Bari l’8 di agosto sarà il punto di partenza di un progetto più grande, che è in fase di redazione e verrà sottoposto al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, promosso da Tib Teatro col sostegno e la partnership del Comune di Bari e del Comune di Belluno dal titolo "Sono Persone - Per non dimencare". Un percorso che intende realizzare La Nave Dolce in numerose realtà portuali pugliesi dando vita ad una serie di eventi pubblici, in quei luoghi di passaggio e di incontro che sono i porti preludio al mare aperto, varchi in cui il mare si addentra nella terra e offre ricovero alle imbarcazioni, luoghi degli arrivi e delle partenze, luoghi di approdo e di fuga, di rifugio e di speranze.


Le location individuate costuiranno un unicum volto a coniugare cultura e territori. Il progetto intende tradurre l’atto scenico in una estesa esperienza di comunità, promuovendone una fruizione ampia anche tra coloro che usualmente nonfrequentano i teatri, e al contempo operare a favore di principi quali la solidarietà, l’accoglienza e l’integrazione necessari a riconsiderare quello sbarco, quelli attuali, e il rapporto con coloro - rifugiati, immigrati, extracomunitari - che cercano nel nostro Paese un nuovo orizzonte di vita.
Lo spettacolo affronta questa tematica attraverso tre voci : quella di chi si mise in viaggio, quella di chi accoglie, quella di chi guarda. Tre punti di vista: un giovane albanese, un barese, un bambino a testimoniare un evento che ha mutato per sempre la storia dell’immigrazione. Questa triangolazione dello sguardo, sullo stesso evento, consente un’immersione totale nella storia da parte del pubblico, in quanto testimonia esperienze diverse e diverse età della vita, declinate, in scena, dalle tre lingue impiegate: un idioma italo-albanese - il viaggio, le attese, l’approdo - un idioma italo- pugliese - la coscienza critica- e l’italiano - lo stupore dell’infanzia.
Per queste ragioni lo spettacolo nella sua trasversalità riesce a coinvolgere in particolare i giovani - oltre a chi quell’evento ha vissuto in prima persona - per i linguaggi impiegati, quali l’utilizzo di immagini e musiche di repertorio intessute ad una narrazione intensa, immediata, attuale che non trascura coloriture e inflessioni quotidiane.
Il testo dello spettacolo è scaturito da una lunga ricerca - condotta dall’autrice e regista Daniela Nicosia, e dal giovane interprete l’attore pugliese Massimiliano Di Corato - su documenti, giornali e filmati di quel 8 Agosto 1991 nonché dalle testimonianze raccolte,nel corso di due anni, tra alcuni rappresentanti delle istituzioni e testimoni dell’epoca, tra la comunità albanese di Bari e quella di Belluno, provincia in cui è presente una comunità di circa 1000 albanesi, molti dei quali arrivati proprio con la Vlora.

Al fine di creare un evento in grado di creare un ponte tra Italia e Albania all’insegna della cultura, per rinnovare la memoria di quanto accaduto trent’anni fa, lo spettacolo potrebbe inoltre essere rappresentato nei giorni precedenti all’approdo in Italia della Vlora, anche al porto o in un teatro di Durazzo.