Il dubbio come libertà: un’intervista del 1970 a Luis Buñuel, il cineasta spagnolo che con il suo linguaggio filmico irriverente e trasgressivo, perennemente volto a dissacrare lo stile di vita borghese, fu sempre inviso ai benpensanti.
Spagnolo di vecchia stirpe aragonese, Buñuel nasce il 22 febbraio 1900 a Calanda, paese di pietre e di calce nella Spagna rurale. Rivoluzionario per vocazione, francese per libera scelta, messicano per passaporto, universale per spirito artistico. Tante versioni di un unico genio, definito dalla critica con molti aggettivi, spesso contraddittori tra di loro: anarchico, ateo, intollerante, profondamente religioso. Unanimemente riconosciuto come uno dei grandi maestri del cinema internazionale.
Questo documentario è stato realizzato quando Buñuel ha raggiunto i 70 anni ed ha alle spalle una vita piena di esperienze, artistiche ed esistenziali: 40 anni di esilio volontario dalla sua terra, 30 film e tante cose da raccontare. Dall'infanzia vissuta tra la campagna aragonese e il collegio gesuita El Salvador di Saragoza, agli anni d'oro dell'università a Madrid e l'incontro con Garcia Lorca, Salvador Dalì, Rafael Alberti, Pepin Bello e Moreno Villa. Dall'esilio volontario a Parigi nel 1925, alla scoperta del cinema, l'adesione al manifesto surrealista, la fuga dalla Spagna di Francisco Franco, la genesi dei suoi primi cortometraggi. E poi i successi cinematografici, fino alla Via Lattea del 1969. Il racconto si ferma lì, con un film che è, ancora una volta, una riflessione su religione e libero arbitrio.
Luis Buñuel morirà a Città del Messico il 29 luglio 1983. Tra il '69 e il '77 scrive e gira Tristana (1970), Il fascino discreto della borghesia (1972), Il fantasma della libertà (1974) con molti attori italiani tra cui Monica Vitti, Adolfo Celi e Adriana Asti, fino a Quell'oscuro oggetto del desiderio (1977).