Venezia ha ospitato la terza tappa di “Articolo 3 diversi tra uguali”, il ciclo di sei dialoghi in sei città italiane creato in occasione dei 75 anni della Costituzione organizzato dall’UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane), in collaborazione con il MEIS (Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah). Un’iniziativa con cui si intende riflettere su come il principio di uguaglianza sancito dall’Art. 3 possa orientare le scelte politiche, culturali, economiche e sociali del Paese.
L’Articolo 3 della Costituzione Italiana sancisce l’uguaglianza tra i cittadini e impegna lo Stato a eliminare ogni ostacolo che possa limitarla, ma cosa si può fare quando questo ostacolo è costituito dalle conseguenze del cambiamento climatico che, di fatto, colpisce le persone più deboli e le generazioni future?
A dialogare sul tema sono la filosofa Laura Boella, con Haim Baharier, psicoanalista e Talmudista che porrà l’attenzione anche sul rapporto tra uomo e natura nel pensiero ebraico.Non è un caso, che questo dibattito avvenga a Venezia, città simbolo del delicato equilibrio tra l’ambiente, l’ecosistema e gli insediamenti umani.
"E’ chiaro che quando parliamo di ambiente non possiamo più riferirci solo alla tutela del paesaggio o delle bellezze naturali che vengono normati in altri articoli costituzionali – spiega Massimiliano Boni, consigliere UCEI e responsabile del progetto “Art 3”, illustrando la tappa di Venezia - Il cambiamento climatico causato dalle attività umane ha, infatti, conseguenze visibili sulla vita di milioni di persone, ma non tutte possono affrontarlo nello stesso modo: i più deboli, che sono anche meno responsabili delle cause, finiscono spesso per essere i più esposti. E’ chiaro che la “rimozione degli ostacoli all’uguaglianza”, promossa dal secondo comma dell’Art. 3, oggi vada declinata anche in una serie di politiche a favore di chi rischia questo tipo di ingiustizia climatica".In questo contesto l’ebraismo può offrire chiavi di lettura originali. Nella Torah è raccontata la catastrofe climatica per eccellenza: il Diluvio Universale; anche la storia di Sodoma e sembra rievocare calamità contemporanee. "L’interrogarsi su queste pagine ha portato la tradizione ebraica a riflettere sulla responsabilità dell’umanità in questi contesti – prosegue Boni -. Se rapportiamo queste narrazioni al presente, la Torah sembra avvisarci che una cattiva relazione tra gli uomini produce squilibri non solo tra loro stessi, ma anche tra l’umanità e la natura".
A questo link puoi sentire l'intero ciclo di incontri