Napoleone a Sant'Elena

Una ricostruzione biografica

Nel 1973 la Rai presenta lo sceneggiato Napoleone a Sant'Elena, per la regia di Vittorio Cottafavi, in cui ricostruisce gli ultimi anni di vita in esilio dell'imperatore francese. Nel ruolo del protagonista l'attore Renzo Palmer. Narratore d'eccezione Arnoldo Foà, che racconta e commenta le vicende che si susseguono sullo schermo. Presentiamo qui uno stralcio dell'opera, in cui Napoleone dettando le sue memorie ad Emmanuel De Las Cases ricostruisce la disfatta della campagna di Russia, l'inizio del suo declino.

Ma da dove proviene e come si forma il giovane generale, capace di contrastare le grandi potenze europee dell'epoca e di costruire un immenso potere. Napoleone Bonaparte nasce ad Ajaccio, in Corsica, nel 1769 in una famiglia della piccola borghesia. Già da ragazzo si dedica alle arti militari e conclude la sua formazione nella scuola militare di Parigi. A sedici anni è sottotenente e non svestirà più l'uniforme in vita sua. Un anno dopo lo scoppio della Rivoluzione francese, apertamente schieratosi a favore del governo giacobino, nel 1793 si mette in luce nella vittoria contro gli inglesi con la riconquista di Tolone. Con il crollo del governo Robespierre, cade in disgrazia per circa due anni, ma nel 1795 viene scelto per fermare i gruppi fedeli alla monarchia. Il successo ottenuto gli permette di trovarsi davanti una grande occasione: a ventisette anni, nominato generale, viene scelto come comandante dell'armata d'Italia. L'esercito che guida è composto da poche unita, circa trentamila, mal equipaggiate. Nonostante questo tra il luglio 1796 e il febbraio 1797 sconfigge gli austriaci e i piemontesi, conquistando Milano e la Lombardia. Occupa poi i ducati di Modena e Parma e le legazioni pontificie. Non si ferma qui e valica le Alpi, minacciando anche Vienna. Il 17 ottobre 1797 con il trattato di Campoformio la Francia annette la Lombardia e cede Venezia e il Veneto agli austriaci. Con la pace imposta al papa Pio VI, assume il controllo definitivo dell'Italia settentrionale e centrale. Dopo il grande trionfo in Italia il giovane Napoleone Bonaparte, su autorizzazione del Direttorio, organizza una spedizione in Egitto nel 1798, con l’intento di tagliare le vie commerciali inglesi. Questa volta l’impresa risulta un insuccesso e causa anche un peggioramento della situazione politica in Francia, il generale fa ritorno in patria. Nonostante tutto il mito di Napoleone va sempre più consolidandosi come campione di quei valori repubblicani ormai diffusi in tutta Europa. Il 18 brumaio (9 novembre) 1799, poco dopo il suo rientro, con un colpo di Stato mette fine al governo del Direttorio e assume personalmente il potere attraverso la formazione di un triumvirato costituito da tre consoli. 

Il 18 maggio 1804 Napoleone si proclama imperatore dei francesi, mettendo fine all’esperienza repubblicana nata dal grande sogno rivoluzionario del 1789.

In dicembre riceve la benidizione del papa Pio VII, ufficializzando prima la corona imperiale e un anno dopo, nel 1805, quella del Regno d'Italia. Seguono anni di dominio napoleonico, dal 1805 al 1810, con un susseguirsi di sconfitte da parte della Gran Bretagna, della Prussia, della Russia e dell’Austria. Nel 1812 Napoleone decide di invadere la Russia, ponendo le basi del suo declino e del suo definitivo tramonto, che lo porteranno in seguito alla sconfitta nella battaglia di Lipsia del 16-19 ottobre 1813 ad un primo esilio all’Isola dell’Elba nel 1814 e ad uno definitivo nell’isola di Sant’Elena nel 1815, dopo la sconfitta nella celebre battaglia di Waterloo il 18 giugno 1815. Morirà lontano da tutti il 5 maggio del 1821.

Il 16 luglio 1821 la Gazzetta di Milano pubblica la notizia della morte di Napoleone. Tra il 17 e il 20 luglio il grande Alessandro Manzoni scrive di getto una poesia dedicata al genio militare francese, dal titolo Ei fu. Censurata dal governo austriaco, viene pubblicata solo in Francia e in Germania (la traduzione in tedesco è a cura di Wolfang Goethe nel 1822). In Italia viene finalmente pubblicata nel 1823, senza l’autorizzazione dell’autore, da un editore torinese.