Rai Cultura
Giovanni Segantini e la moglie Bice davanti al dipinto “Aratura”, Savognin, 1890
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Giovanni Segantini, Ultimo autoritratto, 1898, carboncino, polvere d’oro e gesso bianco su carta, 21,3x14,6cm., Castello Sforzesco, Gabinetto dei Disegni, Milano
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Giovanni Segantini, Il coro della Chiesa di Sant’Antonio in Milano, 1879, olio su tela, 119x85,5cm., Collezione Fondazione Cariplo, Gallerie d'Italia, Milano
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Tranquillo Cremona, High Life, 1876-1877, acquerello su carta, 52x 36cm., Castello Sforzesco, Gabinetto dei Disegni, Milano
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Giovanni Segantini, Ritratto di Luisa Torelli Tagliabue, 1880, olio su tela, 100x74cm., Segantini Museum, St. Moritz
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Giovanni Segantini, Naviglio a Ponte San Marco, 1880, olio su tela, 76x52,5cm., Collezione privata
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Giovanni Segantini, Nevicata sul Naviglio, 1880-1881, olio su tela, 60x30cm., Galleria Civica G. Segantini, Arco
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Giovanni Segantini, Ritratto di Vittore Grubicy De Dragon, 1887, olio su tela, 152x92cm., Museum der bildenden Künste, Lipsia
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Giovanni Segantini, La raccolta dei bozzoli, 1882-1883, olio su tela, 70x101cm., Collezione Intesa Sanpaolo, Gallerie d'Italia, Milano
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Giovanni Segantini, Bacio alla croce, 1881-1882, olio su tela, 85,5x48cm., Segantini Museum, St. Moritz (deposito della Fondazione Otto Fischbacher Giovanni Segantini)
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Giovanni Segantini, Effetto di luna, 1883-1884, carboncino e gessi su carta, 78x52cm., The Mesdag Collection, L’Aia
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Giovanni Segantini, Dopo il temporale, 1884, olio e tempera su tela, 180x123cm., Collezione privata, Courtesy METS, Novara – Gallerie Maspes, Milano
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Jean-François Millet, Pastorella con il suo gregge, 1863, olio su tela, 81x101cm., Musée d’Orsay, Parigi
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Giovanni Segantini, La propaganda, 1897, gesso scuro e bianco su carta, 63x38cm., Segantini Museum, St. Moritz
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Jean-François Millet, Seminatore, 1851, litografia 19,5x163cm.
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Vincent Van Gogh, Seminatore, 1882, grafite, pastello nero, inchiostro e pennello 6,10x4,00cm., P. & N. de Boer Foundation, Amsterdam
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Giovanni Segantini, Sole d’autunno, 1887, olio su tela, 90x192cm., Galleria Civica G. Segantini, Arco
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Giovanni Segantini, Allo sciogliersi delle nevi, 1888, olio su tela, 66,5x97,5cm., Segantini Museum, St. Moritz (deposito Fondazione Otto Fischbacher Giovanni Segantini)
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Giovanni Segantini, Ave Maria a trasbordo, 1886-1888, olio su tela, 121,2x92,2cm., Segantini Museum, St. Moritz
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Giovanni Segantini, Ritorno dal bosco, 1889-1890, olio su tela, 60x95,5cm., Segantini Museum, St. Moritz
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Giovanni Segantini, Contrasto di luce, 1888, olio su tela, 76x110cm., Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique, Bruxelles
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Giovanni Segantini, Alpe di maggio, 1890, olio su tela, 42x73cm., Rijksmuseum, Amsterdam
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Giovanni Segantini, Le due madri, 1892, olio su tela, 38x61cm., Collezione privata
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Giovanni Segantini, Riposo all’ombra, 1892, olio su tela, 45x68cm., Collezione Christoph Blocher
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Giovanni Segantini, L’ora mesta, 1892, olio su tela, 45,5x83cm., Collezione privata, deposito presso la Galleria Civica G. Segantini, Arco
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Giovanni Segantini, Pascoli di primavera, 1895, olio su tela, 97,5x155,5cm., Pinacoteca di Brera, Milano
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Giovanni Segantini, La Vanità, 1897, olio su tela, 77x124cm., Kunsthaus, Zurigo
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Giovanni Segantini, Rododendro, 1898-1899, olio su tela, 68x68cm., Collezione privata
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Segantini. Una biografia per immagini

Opere in mostra a Bassano del Grappa

Un’infanzia segnata dalla perdita: 15 gennaio 1858
Giovanni nasce da Agostino Segatini e Margherita de’ Girardi ad Arco (Trento), allora territorio dell’Impero austriaco. Il cognome Segantini sarà adottato in seguito, nel 1879.
1865: Alla morte della madre Margherita, il padre porta Giovanni a Milano, dove viene affidato alla sorellastra. 1866: Agostino Segantini muore a Rovereto

Tra Milano e la Valsugana
1870–1871: Giovanni Segantini viene arrestato per vagabondaggio e finisce nel riformatorio Marchiondi, dal quale un anno dopo tenta di fuggire.
1873: Il fratellastro Napoleone lo ritira dall’Istituto, accogliendolo nella sua bottega fotografica a Borgo Valsugana.
1875: Si iscrive ai corsi serali dell’Accademia di Belle Arti di Brera e inizia a lavorare come garzone di bottega per Luigi Tettamanzi, proprietario di un negozio da pittore-decoratore.

L’arte come salvezza 
1875–1879: La frequentazione dell’Accademia di Brera prosegue con i corsi regolari e la partecipazione ai concorsi accademici, dove guadagna ulteriori riconoscimenti.
1879: È registrato per la prima volta negli atti come “Segantini” e il suo primo dipinto, “Il Coro di Sant’Antonio”, viene premiato con la Medaglia d’Argento per la copia di un monumento.
Entra in contatto con la Milano scapigliata (Segantini e Tranquillo Cremona) e con il gallerista Vittore Grubicy De Dragon, che lo prende sotto la sua ala.
Vittore e il fratello Alberto gli affittano uno studio in Via San Marco nelle nuove Case Operaie, a pochi passi dalla loro Galleria.
1880: Presenta all’Esposizione Braidense undici opere, imponendosi all’attenzione della critica, spesso negativa.
Conosce Bice Bugatti, sorella dell’ebanista e designer Carlo, che diventerà la sua compagna per tutta la vita.
Rifiuta di prestare servizio militare per l’Austria e viene dichiarato renitente alla leva, nonostante, fin dal 1867 avesse perso la cittadinanza austriaca, divenendo apolide.

La svolta in Brianza 
1880: Lascia Milano per la Brianza.
1882: Nasce il primogenito di Giovanni e Bice, Gottardo; anche lui diventerà pittore. 
1883: Inizia a lavorare in esclusiva per i fratelli Vittore e Alberto Grubicy. Vittore diviene proprietario di ogni opera realizzata dall’artista e ha il potere sia di firmare le opere, sia di rappresentare il pittore in ogni atto pubblico o privato.
Sin dal suo arrivo in Brianza, viene avvicinato all’arte di Jean-François Millet (Segantini e François Millet) e della Scuola dell’Aia da Vittore (Segantini e il "Seminatore". Tra Millet e Van Gogh), che avvia una vera e propria campagna promozionale del suo pupillo in tutta Europa.
Vince la Medaglia d’Oro ad Amsterdam con la prima versione di “Ave Maria a trasbordo” (Giovanni Segantini. Da Arco alle vette più alte).
1885: Viene allestita la prima personale nelle sale dell’Esposizione Permanente a Milano.
1885–1886: Si trasferisce a Caglio, dopo aver abitato a Pusiano e Carella, dove realizza “Alla stanga”, premiata l’anno successivo all’Esposizione Universale di Amsterdam con la Medaglia del Borgomastro.

La luce delle Alpi e la rivoluzione pittorica 
1886: Si trasferisce a Savognin, nel Cantone dei Grigioni, sviluppando una pittura incentrata sulla ricerca di una maggiore intensità luminosa del colore.
1886–1888: Torna su “Ave Maria a trasbordo” affrontando per la prima volta la pittura con una personale tecnica divisionista empirica.
1887–1890: Ottiene successi internazionali. Espone alla Nazionale di Venezia, all’Italian Exhibition di Londra, alle esposizioni dell’Aia e di Gand – dove il governo belga acquista “Contrasto di luce” –, all’Exposition Universelle di Parigi e al Salon des XX in Belgio, dove ha una sala dedicata. Lo Stato italiano acquista “Alla stanga”.
1890: I rapporti tra i due fratelli Grubicy si incrinano per divergenze economiche e gestionali; Segantini rimane al fianco di Alberto e Vittore fuoriesce dalla Galleria.

Simbolismo: la natura in pugno
1891–1894: Alla sua ricerca divisionista affianca anche i primi soggetti simbolisti, unendo il naturalismo alla dimensione ideale.
Divenuto ormai un artista affermato in tutta Europa, avvia un decennio di attività febbrile. Orchestra sapientemente le partecipazioni alle esposizioni italiane e internazionali insieme ad Alberto Grubicy. Alla personale allestita presso la Galleria Grubicy a Milano, si aggiunge la mostra presso le Grafton Galleries di Londra, dove viene acquistato “Il castigo delle lussuriose”. In occasione della Seconda Triennale di Brera, vengono esposte ottanta opere presso il Castello Sforzesco.
Frequenta i circoli intellettuali fautori dell’Idealismo e del Simbolismo in arte e stringe legami con Anna Radius Zuccari, detta Neera, Alberto Sormani, Guido Martinelli, Domenico Tumiati e William Ritter.
1892: Viene premiato con la Medaglia d’Oro alla Secessione di Monaco. Parallelamente, inizia a scrivere articoli e riflessioni sulla propria arte che concorreranno a sostanziare il mito di Segantini artista-filosofo.
1894: Si stabilisce con la famiglia a Maloja, tra i monti dell’Engadina.

Il più importante artista italiano 
1895: Viene insignito del Premio del Governo italiano per “Ritorno al paese natio”.
1896–1898: È ormai riconosciuto all’estero come il più importante artista italiano. Alla Secessione di Monaco la Neue Pinakothek acquista “Aratura”; le sue opere vengono esposte a Zurigo, Dresda, Pittsburgh e Città del Guatemala. Viene invitato a prendere parte alla mostra inaugurale della Secessione di Vienna con 29 opere.
1897: Progetta un visionario Panorama dell’Engadina, destinato all’Esposizione Universale di Parigi del 1900 come promozione del territorio svizzero, non eseguito per gli altissimi costi di realizzazione. 
1895–1898: I critici europei lo celebrano come il pittore dell’anima alpina.
In Italia vengono pubblicate le prime biografie dove la vita di Segantini viene riletta in chiave eroica. Segantini stesso redige un’autobiografia romanzata per costruire sapientemente il proprio mito.

La leggenda 
28 settembre 1899: Avvolto da questa aura leggendaria, Segantini muore a soli 41 anni, colto da una peritonite, mentre dipinge “La Natura” (parte centrale del “Trittico delle Alpi” o “Trittico dell’Engadina”, ultima opera) tra i monti dello Schafberg. 
Il mondo dell’arte è sconvolto dalla sua morte improvvisa. D’Annunzio compone un’ode salutando l’anima “dolce e rude”, “ebra di libertà” di “colui che cercava una patria ne le altezze più nude sempre più solitaria”. 
Segantini diventa un mito romantico, simbolo del legame assoluto tra Arte e Natura.

INFO MOSTRA 
Giovanni Segantini 
Museo Civico di Bassano del Grappa, Piazza Garibaldi 34 (VI)
25 ottobre 2025 – 22 febbraio 2026
Aperta tutti i giorni 10:00-19:00. Chiusa i martedì 

FOTO DI COPERTINA
Giovanni Segantini, Alpe di maggio, 1890, olio su tela, 42x73cm., Rijksmuseum, Amsterdam