Il Palazzo Ducale di Mantova

Con Franco Russoli, Carlo Volpe e Bruno Molajoli

In Italia i musei si sono costituiti dentro un ambiente anche architettonico che di per sé è museo, manifestazione di arte.  Noi siamo interessati, con difficoltà obiettive, a rendere questo apparato solenne e a volte scomodo, a portata di quelle strumentazioni che un museo moderno  deve avere. Questo ci porta a discutere i particolari di questa nostra situazione tipica, quello di avere i musei dentro edifici per lo più di carattere monumentale
Bruno Molajoli, 1975

Il Complesso Museale del Palazzo Ducale di Mantova, originariamente composto da edifici disaggregati, trovò forma di palazzo nella prima metà del '500, occupando lo spazio urbano tra l'antica Piazza di San Pietro (oggi Piazza Sordello) e la riva del Lago Inferiore. Residenza della famiglia Gonzaga dal 1328, il complesso  è testimonianza della storia della casata che governò Mantova fino al 1707, quando l'ultimo duca Ferdinando Carlo fu costretto all'esilio, accusato di tradimento degli obblighi di investitura. Il 2 aprile dello stesso anno, la casata d’Austria degli Asburgo rivendicava il dominio del Ducato mantovano e iniziava così il governatorato della stessa città.

Il patrimonio architettonico, decorativo e delle collezioni d'arte  preservate, furono centrali nello sviluppo delle arti italiane di almeno quattro secoli.  

A Palazzo Ducale sono visibili originali e importanti cicli di affreschi: il Torneo battaglia di Louvezerp (1434-44), del Pisanello (1395 ca.-1455), riscoperto solo nel 1969 nelle pareti del nucleo più antico della Corte Vecchia; la Guerra di Troia (1538-39), di Giulio Romano (1499-1546) e bottega, nell'appartamento di Federico II; il più noto di tutti, La Camera Picta o degli Sposi (1465-'74), di Andrea Mantegna (1431-1506), per il marchese Ludovico II, nel Castello di San Giorgio.   

Nel '600, il collezionismo d'arte per i principi era uno strumento di comunicazione politica sottile e diplomatica, non sempre efficace  però, perché causa di smembramenti di raccolte storiche. Oggetti, quadri e statue, conservati nel Complesso Museale, testimoniano il colto e mirato collezionismo dei Gonzaga, purtroppo, oggetto di dispersione.

Nel momento di massimo splendore della famiglia, tra '500 e '600,  con i duchi Vincenzo I e Ferdinando (figlio), fu redatto un inventario del preziosissimo patrimonio, senza sapere che stava per iniziare la mutilazione. Nel 1627 infatti, per difficoltà finanziarie, Vincenzo II vendeva a Carlo I, re d'Inghilterra, parte delle opere tra cui, Morte della Vergine di Caravaggio, che Vincenzo I aveva acquistato su consiglio di Rubens e opere di Mantegna, Perugino e Correggio, appartenute allo studiolo di Isabella d'Este. Rimangono a Mantova, a documentare la ricchezza del patrimonio, La cacciata dei Bonacolsi (1494), di Domenico Morone, i nove arazzi degli Atti degli Apostoli, tessuti a Bruxelles su cartoni di Raffaello, per il cardinale Ercole Gonzaga (1559), e La famiglia Gonzaga in adorazione della Trinità (1604–05), di Peter Paul Rubens.

Parte considerevole di suppellettili e mobili esposti, arriva a Mantova fra '700 e '800,  durante gli imperi asburgico e napoleonico, quando Palazzo Ducale diventa sede dei rispettivi governatori.

L'arredo dell'appartamento ducale sarà arredato, per mano del governo austriaco, con mobili, dipinti e statue sottratti dei palazzi di Mirandola appartenuti alla dinastia dei Pico.


Palazzo Ducale di Mantova, Piazza Sordello, 40, 46100 Mantova
SITO UFFICIALE
Rai Web Cultura ringrazia per la collaborazione
Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo (MiBACT) Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova