Il Secolo dei Genovesi

I Palazzi dei Rolli

A partire dal 1528 e per più di un secolo, Genova visse il suo periodo di massimo splendore, quello che è stato definito dallo storico francese Fernand Braudel, il Secolo dei Genovesi

In quegli anni, la riforma dello Stato voluta da Andrea Doria, che diede di fatto vita alla Repubblica aristocratica, permise alla città di trovare una nuova stabilità politica e grazie agli accordi diplomatici con l’Impero spagnolo, i ricchi mercanti genovesi divennero i massimi finanziatori della principale forza militare e commerciale europea. 
In città si assistette a un’espansione non solo economica, ma anche urbanistica e culturale. Grazie a un bando emanato dai Padri del Comune, attorno al 1550, che prevedeva la risistemazione dell’area sottostante la collina di Castelletto, si assistette alla prima vera e propria operazione di lottizzazione di uno spazio pubblico. 


Via Garibaldi, detta “Strada nuova delli Palazzi”, Genova

Acquisito all’asta da molti tra i privati cittadini più illustri della città, attorno a un nuovo asse viario nacquero alcuni dei palazzi più "alla moderna" presenti allora sul territorio europeo, edifici che proiettarono la città in una dimensione internazionale con un ruolo di leadership. Questa “Strada nuova delli Palazzi”, così subito ribattezzata dai contemporanei, oggi Via Garibaldi, è ancora attualmente il luogo dove si concentrano la maggior parte dei Palazzi dei Rolli.

Ma che cosa sono esattamente i Palazzi dei Rolli? 

Si tratta di un vero e proprio sistema di residenze private che avevano come principale funzione quella di ospitare e accogliere le personalità straniere in visita di stato nella Repubblica di Genova. 
La particolare forma di governo della città, una Repubblica con un Doge che aveva una durata in carica di soli due anni e dove il potere risiedeva nelle mani di una ristretta oligarchia, non permetteva che vi fosse una sede di un potere centralizzato, su modello delle grandi monarchie europee o di altre forme di governo repubblicane, come Venezia, dove il Doge era di fatto un sovrano che riceveva una nomina a vita. 
Il compito dell’hospitaggio dunque, veniva svolto a turno dalle più importanti famiglie cittadine, iscritte in alcune liste compilate ufficialmente dalla Repubblica, dette I Rolli, ossia gli elenchi degli alloggiamenti privati, destinati a uso pubblico. In queste liste, ogni sito veniva classificato in tre o cinque categorie, in base alla qualità architettonica, alle collezioni artistiche e al prestigio delle decorazioni pittoriche del palazzo. 

Gli elenchi ufficiali dei Rolli vennero redatti in almeno cinque occasioni, tra 1576 e il 1664, come testimoniato ancora oggi dai documenti conservati all’Archivio di Stato di Genova

Gli edifici di Strada Nuova divennero in breve tempo un vero e proprio laboratorio di architettura dove Bernardino Cantone, collaboratore diretto di Galeazzo Alessi e Giovanni Ponzello, progettarono ampi spazi che permisero ai principali pittori attivi a Genova di realizzare eccezionali decorazioni ad affresco.

Perin del Vaga, La caduta dei giganti, 1530-33, Villa del Principe, o Palazzo Andrea Doria, Genova © Ghigo Roli/Contrasto

Proprio con Andrea Doria, pochi anni prima, la città aveva sperimentato l’incontro con il grande linguaggio artistico del Rinascimento maturo grazie all’arrivo di Perin del Vaga, uno dei più brillanti allievi di Raffaello, che venne chiamato ad affrescare la Villa dei Doria a Fassolo. 
Seguendo questo preciso modello, artisti della famiglia Calvi e Semino, ma anche Luca Cambiaso, Lazzaro Tavarone e Giovanni Battista Castello detto “il Bergamasco”, dipinsero per i proprietari dei palazzi atri e saloni, creando un apparato artistico unico che ancora oggi si può osservare, in buona parte conservato, negli spazi interni e sulle facciate dei palazzi dei Rolli.


Battaglia di Isso, Palazzo Spinola, Genova

Ai grandi maestri del Manierismo attivi a fine Cinquecento si affiancano poi, con il nuovo secolo, pittori barocchi del calibro di Andrea Ansaldo, Domenico Fiasella, Giovanni Battista Carlone, Bernardo Strozzi, Valerio Castello e Domenico Piola, artisti che accolsero le nuove commissioni sviluppando sulle pareti le più fini tecniche dello stile Barocco. 


Salotto di Palazzo Spinola, Genova

Il centro di queste innovazioni pittoriche fu la seconda strada più importante della città, Strada Balbi, edificata nei primi anni del Seicento su commissione dell’omonima famiglia come canale di espansione dei flussi commerciali provenienti dal porto. 

In Strada Balbi molti palazzi furono iscritti nelle liste dei Rolli e oggi, diversi di questi edifici sono tra quelli tutelati dall’UNESCO

Il nuovo stile Barocco giunse a Genova con una forza dirompente anche grazie al passaggio in città del grande pittore fiammingo Pietro Paolo Rubens che si legò con diverse commissioni ad alcune delle principali famiglie genovesi, come i Pallavicino. 
Ma l’importanza del Rubens non fu relativa soltanto allo sviluppo della pittura barocca. Infatti, dopo essere rimasto folgorato dalla bellezza e dalla ricchezza dei palazzi genovesi, l’artista pubblicò ad Anversa, nel 1622, il libro “Palazzi di Genova”. Nel testo, edito in due edizioni di cui la prima completamente a sue spese, Rubens inserì le piantine planimetriche e i disegni delle facciate di alcuni dei principali palazzi della città identificati dalle lettere dell’alfabeto. In questo modo il pittore individuò nel palazzo genovese una vera e propria nuova categoria architettonica, che venne così descritta nella prefazione: 

Sarà detto da noi Palazzo o casa privata, pur grande e bella ch’ella sia, quella che haverà la forma di un cubo solido col salone in mezzo, ò vero ripartito in apartamenti contigui senza luce fra mezzo, come sono la maggior parte tutti li Palazzi genovesi
Pietro Paolo Rubens, 1622

L’eccezionalità dei Palazzi dei Rolli, certificata da Rubens nel suo scritto, si manifesta nel fatto che essi divennero un modello da seguire per alcune città europee che svilupparono i propri piani urbanistici seguendo quanto fatto a Genova in quegli anni e soprattutto, nell’essere la manifestazione fisica della complessità di una società straordinaria, che vedeva riflettersi nelle scelte urbanistiche e architettoniche la forza dimostrata in campo finanziario, politico e culturale. 

Nel 2006 l’UNESCO ha riconosciuto l’unicità di questo sistema come Patrimonio Mondiale dell’Umanità sotto il nome di “Le Strade Nuove e il Sistema dei Palazzi dei Rolli di Genova”, andando ad evidenziare i 42 siti di maggior interesse 

Oggi i palazzi sono utilizzati per le funzioni più disparate. In molti casi sono sedi di istituzioni locali o statali, in altri hanno sede importanti musei, mentre la maggior parte resta in mano privata. 

Tuttavia, durante la manifestazione dei Rolli Days che si organizza in due edizioni ogni anno, in primavera e autunno, è possibile per chiunque entrare in queste dimore eccezionali, potendo così intraprendere un viaggio irripetibile nel periodo storico più fulgido della Superba, quello che è stato definito il “Secolo dei Genovesi”.

Ideazione, contenuti e presentazione video Giacomo Montanari (storico dell'arte)
Cura dei testi Pietro Toso
Riprese, regia, montaggio video e fotografie Lorenzo Zeppa

FOTO DI COPERTINA
Veduta della terrazza di Palazzo Andrea Doria © FOTO Olivier Morin/AFP Getty Images