Museo Nazionale Romano - Crypta Balbi
Un viaggio a ritroso nel tempo
In un grande isolato a via delle Botteghe oscure al centro di Roma a due passi da Piazza Venezia è visibile la stratigrafia di 2000 anni di storia della città nella Crypta Balbi, cosi detta perché sorge nell’area che ospitava uno dei tre teatri dell’antichità a Roma: il teatro di Balbo che Lucio Cornelio Balbo aveva eretto per volere di Augusto alla fine del I secolo a.C.
Dagli anni 2000 Crypta Balbi è parte del Museo Nazionale Romano, oggi diretto dall’archeologo francese Stéphane Verger, che comprende inoltre il Palazzo Altemps, le terme di Diocleziano e il Palazzo Massimo alle Terme che è la sede principale del sistema museale.
L’area fu acquisita nel 1981 dallo Stato italiano e un’equipe di archeologi, diretta da Daniele Manacorda - autore di numerosi libri sulla storia e la valorizzazione del patrimonio archeologico in Italia e oggi professore ordinario di Metodologia della ricerca archeologica all'Università di Roma Tre - iniziò gli scavi nell’isolato intorno all’ex teatro, sperimentando tecniche di indagine e lettura sull’archeologia Urbana e disvelando tutte le fase storiche che nel corso di due millenni si erano stratificate nel sito.
L’area intorno alla Crypta racchiude una straordinaria testimonianza dell'evoluzione della società romana e del tessuto urbano, portando alla luce in vent’anni di scavi e ricerche le trasformazioni e le diverse utilizzazioni dello stesso monumento che aiutano a comprendere i costumi sociali e le attività economiche durante l'oscuro periodo che segna il passaggio dall'antichità al Medioevo.
Dopo il disuso del teatro romano e la sua conseguente progressiva rovina le sue mura diroccate sono adibite a officine produttive, poi trasformate in discariche.
Nell’area che oggi conosciamo come via delle Botteghe Oscure si crea una viabilità “urbana” intorno a cui hanno origine le prime case dei mercanti nel Medioevo.
All’interno dell’area museale della Crypta Balbi appaiono ancora i resti di una chiesa-convento dedicata a Sancta Maria domine Rosae fondata nel 1192, sul cui nucleo fu edificata la chiesa di Santa Caterina dei Funari.
Nel Cinquecento Sant’Ignazio di Loyola fa erigere nell’area il convento di Santa Caterina dei Funari, annesso alla chiesa omonima, che ospitava le “ragazze pericolanti”, figlie delle tante prostitute che esercitavano a Roma la loro attività. Il convento venne demolito nel 1940 e la sua prevista ricostruzione non fu mai realizzata, il sito divenne così un’area di degrado fino ai lavori che hanno portato alla “riscoperta” della Crypta Balbi.
Oggi soltanto una minima parte della Crypta Balbi è visitabile, ma è stato avviato un progetto quinquennale di grandi restauri dell’area che trasformerà il museo in un grande centro culturale al centro di Roma, con laboratori di ricerca, una vasta foresteria per studiosi e artisti, un’aula per mostre temporanee e un luogo di incontro per la cittadinanza.
Dagli anni 2000 Crypta Balbi è parte del Museo Nazionale Romano, oggi diretto dall’archeologo francese Stéphane Verger, che comprende inoltre il Palazzo Altemps, le terme di Diocleziano e il Palazzo Massimo alle Terme che è la sede principale del sistema museale.
L’area fu acquisita nel 1981 dallo Stato italiano e un’equipe di archeologi, diretta da Daniele Manacorda - autore di numerosi libri sulla storia e la valorizzazione del patrimonio archeologico in Italia e oggi professore ordinario di Metodologia della ricerca archeologica all'Università di Roma Tre - iniziò gli scavi nell’isolato intorno all’ex teatro, sperimentando tecniche di indagine e lettura sull’archeologia Urbana e disvelando tutte le fase storiche che nel corso di due millenni si erano stratificate nel sito.
L’area intorno alla Crypta racchiude una straordinaria testimonianza dell'evoluzione della società romana e del tessuto urbano, portando alla luce in vent’anni di scavi e ricerche le trasformazioni e le diverse utilizzazioni dello stesso monumento che aiutano a comprendere i costumi sociali e le attività economiche durante l'oscuro periodo che segna il passaggio dall'antichità al Medioevo.
Dopo il disuso del teatro romano e la sua conseguente progressiva rovina le sue mura diroccate sono adibite a officine produttive, poi trasformate in discariche.
Nell’area che oggi conosciamo come via delle Botteghe Oscure si crea una viabilità “urbana” intorno a cui hanno origine le prime case dei mercanti nel Medioevo.
All’interno dell’area museale della Crypta Balbi appaiono ancora i resti di una chiesa-convento dedicata a Sancta Maria domine Rosae fondata nel 1192, sul cui nucleo fu edificata la chiesa di Santa Caterina dei Funari.
Nel Cinquecento Sant’Ignazio di Loyola fa erigere nell’area il convento di Santa Caterina dei Funari, annesso alla chiesa omonima, che ospitava le “ragazze pericolanti”, figlie delle tante prostitute che esercitavano a Roma la loro attività. Il convento venne demolito nel 1940 e la sua prevista ricostruzione non fu mai realizzata, il sito divenne così un’area di degrado fino ai lavori che hanno portato alla “riscoperta” della Crypta Balbi.
Oggi soltanto una minima parte della Crypta Balbi è visitabile, ma è stato avviato un progetto quinquennale di grandi restauri dell’area che trasformerà il museo in un grande centro culturale al centro di Roma, con laboratori di ricerca, una vasta foresteria per studiosi e artisti, un’aula per mostre temporanee e un luogo di incontro per la cittadinanza.