Zeri: c'era una volta il belpaese

Anna Maria Bianchi, 1997

Estratto da C'era una volta il belpaese, per la serie A come Arte (1997), qui Zeri parla del paesaggio preindustriale e rurale italiano, oggetto di una mostra londinese che ospitava capolavori del Sette e Ottocento di importanti pittori stranieri in grand tour nella penisola

Quadro ammirevole, intatto che mostra un luogo di estrema suggestione ed estremo romanticismo, perché c'è l'Aniene che scorre in basso, dietro il ponte con la via Tiburtina Valeria, poi la grande rupe sulla quale c'è il convento che oggi è in condizioni poco meno disastrose
Federico Zeri

Zeri mostra la riproduzione di una tela di paesaggio italiano che lui, interpellato da un antiquario molti anni prima, riconobbe subito nel Convento di San Cosimato nei pressi di Vicovaro, dipinto dal grande paesaggista inglese Joseph Wright of Derby (1734-1797), nel 1786. 

Lo splendido paesaggio rurale nei pressi di Vicovaro, è oggi stato devastato dall'autostrada Roma L'Aquila

La stessa "metamorfosi" è successa al paesaggio di Roma, per secoli dipinto e restituito nella sua magnificenza anche storica, da pittori e scrittori che hanno narrato le pietre e le atmosfere di luoghi mitici. 
Zeri attribuisce il danno di questa  trasformazione  del territorio  della città a un pensiero poco istruito, che ha voluto portare i segni della modernità fin troppo oltre, erigendo centri commerciali e asfaltando ovunque senza tregua ed attenzione alcuna al bene storico comune.

Questo è un vizio italiota, perché o si rade al suolo la città vecchia come ha fatto in gran parte Napoleone III con Parigi e l'architetto Haussmann, oppure il centro va conservato. Oggi le città italiane più belle sono quelle che non hanno avuto la ristrutturazione ottocentesca !
Federico Zeri

Su Napoli, città ammirata per la sua cultura e per il Vesuvio ritratto da francesi, inglesi e tedeschi, viene restituita nella sua essenza più vera dal pittore gallese Thomas Jones (1742–1803), che a fine Settecento, da un'immagine di muri, case e vicoli bagnati da una luce mediterranea e priva di qualsiasi velo classicheggiante (Paesaggisti inglesi d'après nature). 
Zeri fa notare che questi artisti viaggiatori, guardavano il paesaggio italiano con gli stessi occhi con cui, più tardi, gli stessi viaggiatori di qualsiasi nazionalità esploravano paesi esotici come la Cina o l'Africa, ossia, senza tener conto della sua popolazione che faceva parte del paesaggio. 

FOTO DI COPERTINA
Thomas Jones, Le Mura Vaticane, olio su carta