Ferdinando Scianna

I fotografi sono i lettori del mondo

Nella mia vita ho incrociato uomini, storie, luoghi, animali, bellezze, dolori, che mi hanno suscitato, come persona e come fotografo, emozioni, pensieri, reazioni formali che mi hanno imposto di fotografarli, di conservarne una traccia. Ho sempre pensato che io faccio fotografie perché il mondo è lì, non che il mondo è lì perché io ne faccia fotografie.
Ferdinando Scianna (da "Istanti di luoghi", 2017)

Ferdinando Scianna è nato a Bagheria, in Sicilia, nel 1943. Proprio nella sua città inizia a dedicarsi alla fotografia ancora giovanissimo, agli inizi degli anni Sessanta, raccontando per immagini la cultura e le tradizioni della sua terra d’origine. Il suo lungo percorso artistico si snoda attraverso varie tematiche – l’attualità, la guerra, il viaggio, ma è la religiosità popolare il fortunato tema d'esordio della carriera di Ferdinando Scianna. 
Un incontro fondamentale per la sua vita professionale e personale è, infatti, quello con Leonardo Sciascia, lo scrittore con il quale a soli ventuno anni pubblica il saggio Feste Religiose in Sicilia, con la prefazione e i testi dello stesso Sciascia, libro che ottiene il prestigioso Premio Nadar.
Sin da queste prime prove, Scianna trova nel bianco e nero il linguaggio peculiare per restituire l'intensità espressiva di un luogo ancorato a miti antichi rivissuti in chiave contemporanea. Sull’onda del successo del libro, Scianna si trasferisce a Milano dove lavora per l’Europeo come fotoreporter, inviato speciale e corrispondente da Parigi, dove vive per dieci anni e dove inizia anche a dedicarsi con successo alla scrittura. Collabora con varie testate giornalistiche, fra cui Le Monde Diplomatique e la Quinzaune Litterarie. "Mi ritrovavo più a scrivere che a fotografare, ma sapevo di essere un fotografo che scrive", racconta Scianna.



Ferdinando Scianna: Sicilia, Barcellona Pozzo di Grotto, 2014

Proprio nella capitale francese, il suo lavoro viene particolarmente apprezzato, da Henri Cartier-Bresson. Il grande fotografo lo introduce, come primo italiano, nella prestigiosa agenzia Magnum da lui fondata nel 1947, di cui Scianna diventerà socio a tutti gli effetti nel 1989.
La teoria professata dal maestro francese della fotografia come "istante decisivo", immagine riassunto di un tempo ben definito  e che in qell'esatta combianzione non potrà tornare mai più, capace di cogliere una realtà storica e sociologica traducendola in un linguaggio semplice, diventa un riferimento inprescindindibile anche nella costruzione dello sguardo di Scianna. Ne deriva il valore assoluto della fotografia come testimonianza e memoria, insostituibile strumento di documentazione di una realtà  perennemente mutevole.     

Come reporter il mio riferimento fondamentale è quello del mio maestro per eccellenza, Henri Cartier-Bresson, per il quale il fotografo deve ambire ad essere un testimone invisibile, che mai interviene per modificare il mondo e gli istanti che della realtà legge e interpreta. Ho sempre fatto una distinzione netta tra le immagini trovate e quelle costruite. Ho sempre considerato di appartenere al versante dei fotografi che le immagini le trovano, quelle che raccontano e ti raccontano, come in uno specchio. Persino le fotografie di moda le ho sempre trovate nell’azzardo degli incontri con il mondo.
Ferdinando Scianna

Negli anni Ottanta Scianna si apre a nuove esperienze e inizia anche a fotografare per due giovani designer emergenti, Dolce e Gabbana. Al fotografo siciliano viene richiesto di realizzare un catalogo inserendo la splendida modella Marpessa nel contesto della sua isola. Scianna riesce a mescolare magistralmente i registri visivi del mondo della moda con l’esperienza del fotoreporter, creando un risultato originale che spezza la monotonia patinata della fotografia di moda.
Durante la sua attività, Ferdinando Scianna ha contatti con molte personalità della cultura e della letteratura, tra cui Manuel Vázquez Montalbán, che nel 1989 scrive l'introduzione del volume Le forme del caos, e Jorge Luis Borges, per il quale Ferdinando Scianna realizza alcuni celebri ritratti.


Ferdinando Scianna: il poeta argentino Jorge Luis Borges (dettaglio), Palermo,1984

Proprio la ritrattistica, da sempre intesa soprattutto come dialogo, relazione tra soggetto e autore, è uno dei campi di ricerca privilegiati di Scianna, autore di volumi che coniugano fotografia e scrittura, acutezze visive con riflessioni teoriche e racconti, per restituire una testimonianza, un frammento memorabile di quel dialogo esclusivo, irripetibile che si è creato tra soggetto e autore. Ricchssima la galleria dei personaggi restituiti dall'obiettivo di Scianna in tutta la sua carriera (trecentocinquanta sono raccolti nel volume Visti&Scritti): non solo personalità celebri, attori, scrittori, registi, colleghi, ma anche familiari e persone comuni che hanno colpito lo sguardo del fotografo.

È il suo fotografare, quasi una rapida, fulminea organizzazione della realtà, una catalizzazione della realtà oggettiva in realtà fotografica: quasi che tutto quello su cui il suo occhio si posa e il suo obiettivo si leva obbedisce proprio in quel momento, né prima né dopo, per istantaneo magnetismo, al suo sentimento, alla sua volontà e – in definitiva – al suo stile.
Leonardo Sciascia

Tra le numerose pubblicazioni di Ferdinando Scianna: Feste religiose in Sicilia, Bari, Leonardo da Vinci editrice, 1965; Dormire, forse sognare, Tavagnacco, Arti Grafiche Friulane, 1997; Obiettivo ambiguo, Milano, Rizzoli, 2000; La geometria e la passione, Contrasto, 2009Etica e fotogiornalismo, Milano, Electa, 2010;  Ti mangio con gli occhi, Roma, Contrasto, 2013; Lo specchio vuoto: Fotografia, identità e memoria, Roma, Laterza, 2014; Visti e Scritti, Roma, Contrasto, 2014.

Foto di copertina: Ferdinando Scianna, lo scrittore italiano Leonardo Sciascia.