Il cinema Africano

Le immagini del Festival Africano, edizione 1993

Una cronaca della III edizione del Festival Africano svoltosi a Milano nel 1993 a cui parteciparono 16 Paesi africani. Il filmato, che si apre con una sequenza del film Hyènes (Iene) del senegalese Djibril Diop Mambéty, in concorso a Cannes nel 1992, prosegue con le interviste ad alcuni dei registi più rappresentativi del cinema africano di quegli anni, accompagnate dalle sequenze di alcune pellicole che hanno ottenuto riconoscimenti nei più importati Festival europei, da Cannes a Venezia e Berlino.

Negli anni Novanta il cinema africano ha vissuto una stagione artisticamente molto proficua. I temi trattati dalle pellicole spaziano dall`ecologia, come in Rabi (1992) di Gaston Kaboré, regista del Burkina Faso, al tema dello schiavismo, per la prima volta raccontato da un regista africano, Haile Gerima, in Sankofa (1993). Seguono poi opere realizzate per sensibilizzare l'opinione pubblica su gravi problemi che affliggono quel continente quali l'AIDS e la questione femminile.

Safi Faye è stata la prima donna africana a dirigere e distribuire un film. Nel 1975 realizza il suo primo lungometraggio, Kaddu Beykat, dove l`occhio della cinepresa si sofferma sui rituali e sulla vita quotidiana delle contadine senegalesi. Il suo lavoro rispecchia la formazione etnologica dell'autrice.

Delle difficoltà delle donne, non solo nel mondo del cinema ma più in generale nel loro personale percorso di emancipazione, parla anche la regista Anne Laure Folly, nigeriana, che racconta quanto sia forte la pressione delle tradizioni e della religione nel suo paese a scapito dell’emancipazione.

Nel 1993 Anne Laure ha presentato Les femmes du Niger. Il documentario, a lungo censurato, racconta la realtà delle donne del Niger oppresse da un regime che, sebbene formalmente democratico, non fu votato dalle donne, costrette, il giorno delle elezioni, a rimanere a casa e quindi a non votare.

In Niger, denuncia Anne Laure, la democrazia non potrà mai definirsi tale a causa del forte potere delle tradizioni e delle religioni

Sempre sul tema della condizione femminile in Africa, la regista Nejia Ben Mabrouk racconta la Tunisia attraverso la vicenda di due donne. In La trace del 1988, descriveva il confronto tra due culture e generazioni, nella dura realtà della tradizione islamica: una madre e una figlia, le aspirazioni e i conflitti, la cultura patriarcale e la ricerca di libertà.

Infine l'intervista all'africanista Annamaria Galloni su quello che è considerato uno dei personaggi più significativi della cinematografia africana, il regista-narratore nigeriano Oumarou Ganda (1935 - 1981), autore di Saïtane, film di denuncia sulla religione e sulla condizione delle donne in Niger. Un classico della cinematografia africana.

Ci scusiamo per la qualità del filmato che è tratto dagli archivi storici della Rai