Suso Cecchi D'Amico, la "regina" di Cinecittà

Nasce il 21 luglio 1914

Suso Cecchi D’Amico, figlia di un importante critico letterario, Emilio Cecchi, e di una pittrice piuttosto nota ai tempi, Leonetta Pieraccini, nasce a Roma il 21 luglio 1914. Una famiglia alto borghese al centro della vita culturale della capitale che influenzò profondamente la crescita intellettuale e la sensibilità di Giovanna, detta poi Suso.

Il suo primo amore – la letteratura inglese - lo eredita per osmosi dal padre Emilio, anglista quotato che ebbe tra l’altro il merito di aver portato in Italia i libri di James Joyce. A Cambridge, dove si trasferì per studiare, cominciò un’attività di traduzione di alcuni titoli della narrativa anglosassone: Jude l'Oscuro di Thomas Hardy, La via del tabacco, Vita col padre, nonché - insieme al padre - le opere shakespeariane Le allegre comari di Windsor e Otello

Dalla grande letteratura al cinema, si sa, il passo è breve. Intanto però, nel 1938 Suso sposa il musicologo Fedele D'Amico, figlio del famoso critico teatrale Silvio, dal quale avrà tre figli: Masolino, Silvia e Caterina.

Il suo ingresso nel mondo del cinema, e il conseguente abbandono dell’attività di traduttrice, avviene attraverso la scrittura di una sceneggiatura per un film che non vide mai la luce: Avatar, tratto da un racconto di Théophile Gautier, cui lavorò insieme agli amici Moravia, Flaiano e Castellani. Aver faticato a vuoto non la scoraggia e comincia a collaborare con il regista Luigi Zampa, grazie al quale conosce un’altra grande donna dello spettacolo: Anna Magnani con cui stringerà una profonda amicizia. Nel 1947, per il soggetto del film Vivere in pace, vince il suo primo riconoscimento ufficiale: il Nastro d'argento per il miglior soggetto.

Da qui in poi, la “Regina di Cinecittà”, comincia a lavorare con i registi più importanti del panorama cinematografico di quegli anni. Insieme a Federico Fellini scrive la sceneggiatura del film di Alberto Lattuada Il delitto di Giovanni Episcopo (1947) e con Ennio Flaiano quella di Roma città libera (1947) di Marcello Pagliero. Collabora con Cesare Zavattini al soggetto di Ladri di biciclette (1948) e Miracolo a Milano (1951) di Vittorio De Sica, mentre, nel 1958, le burrascose riunioni di sceneggiatura con Mario Monicelli, Age & Scarpelli, daranno vita alla trama de I soliti ignoti.

Intanto, incaricata da Alessandro Blasetti di scrivere, insieme a Ennio Flaiano, le sceneggiature di Peccato che sia una canaglia (1955) e La fortuna di essere donna (1956), riesce ad imporre Sophia Loren per la parte della protagonista dopo averla vista passeggiare per i vialetti di Cinecittà

... bella, eccessiva, decorativa come un albero di Natale

Con Mario Monicelli Suso collaborerà fino al 2006, cioè fino all’ultimo film firmato dal regista romano, Le rose del deserto. Per Francesco Rosi scrive le sceneggiature di La sfida (1957), I Magliari (1959) e Salvatore Giuliano (1962). Michelangelo Antonioni la vuole per realizzare I vinti (1952), La signora senza camelie (1953) e Le amiche (1955), film che vince il Leone d’argento al Festival di Venezia.

Il sodalizio artistico con un altro grande regista, Luchino Visconti, dura un decennio, tanto da valerle il soprannome di “la sceneggiatrice di Visconti”, sicuramente la sua prediletta. Dopo Bellissima, nel 1951, nel 1954 Suso riadatta per il grande schermo il racconto di Camillo Boito Senso:

... non è uno dei migliori che lo scrittore abbia realizzato, ma Suso riesce ad arricchirlo, togliendo cose inutili e aggiungendo altre scene di suo pugno. Un’operazione di taglia e cuci che solo una grande conoscitrice della letteratura e dei suoi meccanismi poteva azzardarsi a prendere.
Alice Oliveri

In coppia con Visconti Suso Cecchi D’Amico realizzerà molti altri film, spesso tratti da opere letterarie, come Rocco e i suoi fratelli (1960),  scritto a quattro mani con Vasco Pratolini, Il Gattopardo (1963), Vaghe stelle dell’Orsa (1965), Lo straniero (1967), Ludwig (1973), Gruppo di famiglia in un interno (1974) e L’innocente (1976). E c'è sempre Suso, seduta alla moviola del montaggio, al fianco di Visconti quando un ictus lo colpisce, lasciandolo invalido fino alla sua morte, il 17 marzo 1976.

Suso Cecchi D’Amico, disse Cristina Comencini, accomunandola a suo padre Luigi Comencini:

... faceva parte di quella generazione che era stata in grado di coniugare qualità e popolarità.

La sceneggiatrice romana spese il suo talento anche per il piccolo schermo. Proprio insieme a Luigi Comencini firmò gli sceneggiati Le avventure di Pinocchio (1972), Cuore (1984) e La storia (1986), tratto dal libro di Elsa Morante. Con Franco Zeffirelli nel 1977 realizzò la mini serie tv Gesù di Nazareth.

Nel 1994 la Mostra di Venezia le assegna il Leone d'oro alla carriera.

Suso Cecchi D’Amico muore il 31 luglio 2010, a 96 anni, dopo una lunga malattia.

Nel filmato vi proponiamo la prima puntata dello sceneggiato Cuore, diretto da Luigi Comencini, di cui la Cecchi D’Amico curò, insieme a Luigi e alla figlia Cristina Comencini, la libera trasposizione per la tv del romanzo del 1886 di Edmondo De Amicis. Tra gli interpreti, Johnny Dorelli (il maestro Perboni), Eduardo De Filippo (Vincenzo Crosetti, il vecchio amestro dell'ingegnere), Giuliana De Sio (la maestrina dalla penna rossa), Bernard Blier (l'ngegnar Alberto Bottini) e Ugo Pagliai (il maestro di ginnastica). Le musiche sono di Manuel De Sica. Un pezzo memorabile della storia della nostra televisione. Tutte le puntate di Cuore sono disponibili su Rai Play QUI


Una scena dello sceneggiato per la TV del 1984 "Cuore"