Alessandra Campo. La causalità in Spinoza

Una nozione doppia

Alessandra Campo, intervistata da Rai Filosofia durante la II edizione del Kum! Festival, manifestazione diretta da Massimo Recalcati, tenutasi dal 18 al 21 ottobre 2018 presso la Mole Vanvitelliana di Ancona, ci ha parlato della nozione della causalità in Spinoza.

Ci sono due nozioni di causalità in Spinoza una intransitiva o verticale, che è la causalità divina e una causalità orizzontale o transitiva, che tiene stretti in una catena infinita tutti i modi. Il reale è il risultato della combinazione di questi due ordini, che non sono due ordini sostanzialmente diversi, non c’è nessun dualismo ontologico, Spinoza è il pensatore dell’univocità del reale. 

 

Tutto è in atto simultaneamente, questa è l’esperienza dell’eternità, non c’è nulla che non è attuato ma ogni cosa è un punto finito su questo infinito che si attua simultaneamente. Dio è l’insieme delle condizioni ed è un insieme aperto, che si fa che si articola, è un movimento, è la connessione tra parti diverse. Il tempo non è che il modo con cui le cose stanno insieme, è la narrazione, è il senso che connette gli eventi. Il tempo è sempre il tempo del finito, ma il finito, per Spinoza, è un modo dell'infinito. 


Alessandra Campo è assegnista di ricerca in filosofia presso l’Università degli Studi dell’Aquila e membro del Centro di Psicoanalisi e Filosofia Après-Coup (Università dell’Aquila). Si occupa da diversi anni dei rapporti tra filosofia e psicoanalisi con particolare riguardo alle implicazioni metafisiche e cosmologiche della teoria freudiana-lacaniana. Ha recentemente curato il volume L’Uno perverso. L’uno senza l’altro: una perversione? (Textus, 2017) ed è autrice del volume Tardività. Freud dopo Lacan (Mimesis, 2017).