Aristotele teoretico. La filosofia della natura

Alle origini della scienza

Wolfgang Kullmann (Berlino, 1927), parla del posto che occupa la filosofia della natura nell`opera di Aristotele (Stagira, 384/3 a.C. – 322/1 a.C.), osservando che, se alla metafisica come teologia e scienza dell`essere in quanto essere è riservato un posto centrale nel suo sistema, la mole degli scritti che trattano di problemi naturali nel Corpus Aristotelicum è decisamente preponderante.
Aristotele è stato il primo filosofo a fondare una scienza della natura completa e organica, dopo i tentativi dei presocratici e il tentativo platonico, posto in atto nel tardo Timeo, di pronunciarsi sul mondo fisico. Quest’ultimo era stato precedentemente bandito dal campo d’indagine di Platone (Atene, 428/27 a.C. - 348/47 a.C.), il quale sosteneva che oggetto di scienza può essere solo ciò che non muta. Aristotele accetta il postulato platonico secondo cui la scienza deve essere volta all’universale, ma pensa di ottemperare ad esso servendosi del concetto di sostanza, ousia.

C'è un perché nelle cose che avvengono e sono per natura e inoltre dove è un fine per esso si compie e quanto precede e quanto segue. Anche nelle piante appare prodursi ciò che giova al fine, come le foglie per la protezione del frutto. Sicché se per natura o per un fine la rondine fa il nido e il ragno la tela e le piante producono le foglie per i frutti e le radici non all'in su ma in giù per la nutrizione, è evidente che siffatta causa è presente in tutte le cose che si producono o sono per natura. Aristotele, Fisica, II,8