Massimo Recalcati. Paura, edonismo e famiglia

Lo straniero interiore, il godimento di morte e l'evento della famiglia

Massimo Recalcati, intervistato in occasione Festival della Psicologia di Torino, spiega come la figura dello straniero, così come quella del fascista, sia qualcosa che abbiamo introiettato per dare forma alle nostre paure e, d'altra parte, giustificarle. Passa poi a parlare di edonismo e godimento come due aspetti che hanno subito cambiamenti profondi nelle nostre società contemporanee.
Lo straniero coincide con il minaccioso nella misura in cui è una variabile che sconvolge i confini della nostra identità, secondo Freud lo straniero è ostile per principio perché non coincidendo con la nostra identità è apportatore di stimoli ingovernabili. I mostri che turbano i sogni dei bambini sono un modo di dare parola ad uno straniero che abita in noi e che Freud definisce pulsione: l’inconscio è per Freud un territorio straniero interiore, una esteriorità interna, che è quella che turba i sogni dei bambini, ma che è anche quella che si può scatenare nelle reazioni xenofobe.  Il modo di vivere dello straniero non coincide con il nostro e per questo è avvertito come minaccioso, anche perché ci riguarda. 
L’antifascismo e la democrazia, dal punto di vista della psicoanalisi, implicano un lavoro nei confronti del fascista, dell’antidemocratico e dello xenofobo che sono in noi e da questo punto di vista la psicanalisi è una grande esperienza parlamentare di democrazia, perché dà la parola a tutte le componenti della vita psichica, evitando di confinare al di fuori dell’identità quelle componenti che la turberebbero, comprendendo che quelle componenti, se integrate nel parlamento democratico della soggettività potenziano la soggettività. 

Dove la violenza della segregazione silenzia il dissenso, la psicoanalisi insegna che dare parola al dissenso arricchisce il dibattito della vita democratica sia psichica che politica. 


In occidente la logica del sacrificio è stata soppiantata da una logica iperegoistica, in cui la rinuncia non ha più senso e l’unica legge che vige è una legge antisacrificale, che mostra che non c’è alcuna legge a fondamento della legge. Il godimento per il godimento, elevato a forma unica della legge, quello che  Cormac McCarthy ne La strada definisce il mondo della pura anomia. Ma nello stesso tempo da oriente attraverso il terrorismo fondamentalista ritorna una versione ipersacrificale della legge, che il terrorista esemplifica nella sua militanza che impone il sacrifico della propria vita individuale nel nome di Dio, che però ha riguardato l’occidente che nel XX secolo è stato un teatro spaventoso dell’ideologia superegoica del sacrificio. Hitler poneva lo spirito del sacrificio come coordinata ideologica fondamentale del nazismo. Questa ideologia del sacrificio pur venendo oggi da oriente tocca una corda che è sottotraccia nella nostra vita, soprattutto in Italia dove una certa lettura del cristianesimo ha favorito l’affermazione di un’ideologia del sacrificio, che vede le manifestazioni sensibili della vita come peccaminose.

Ma questa deriva colpevolizzante del cristianesimo è un tradimento della parola di Gesù che è invece un’affermazione della vita al di là di ogni versione patibolare della legge, un’affermazione della vita e del desiderio che diventa essa stessa legge.  Lo sforzo di Lacan resta cristiano: liberare la legge da ogni versione colpevolizzante e sacrificale della legge. 

Nel nostro tempo la legge ha preso la forma del godimento: la legge prima del ‘68 era schierata contro il godimento e una delle mutazioni antropologiche degli ultimi 40 anni è che il godimento è diventato la forma ipermoderna della legge. Ma quel godimento diventato legge finisce per distruggere il desiderio come possibilità di un godimento vitale e fecondo, e realizza forme di godimento che assomigliano alle vecchie  schiavitù.  Il godimento tossicomanico, il godimento della violenza, degli oggetti, del consumo: 

noi viviamo in un’epoca in cui partner del soggetto sono diventati degli oggetti inumani. Un godimento nichilistico distruttivo, che consuma se stesso e non genera nulla. E anzi impedisce la possibilità di un godimento nuovo, agganciato al desiderio e non contro il desiderio. Questo contemporaneo è un godimento privo di erotismo,  un godimento di morte e non di vita.   

La famiglia non è un dato naturale, è la possibilità di dare accoglienza alla vita e dove c’è un legame d’amore tra i due c’è la possibilità che la vita venga accolta con capacità di nutrimento e di dono, al di là del sesso, della stirpe e della biologia: l’evento della famiglia è un evento simbolico.     
 

Massimo Recalcati, psicoanalista di orientamento lacaniano, insegna Psicopatologia del comportamento alimentare presso l’Università di Pavia. Accanto a un lavoro di interpretazione dello sviluppo e della struttura del pensiero lacaniano, si è occupato di fenomeni di dipendenza alimentare. Più di recente ha indagato le figure del padre, della madre e della relazione familiare nell’epoca della crisi dell’autorità. Collabora con “la Repubblica”, nel 2018 è direttore scientifico del Festival della Psicologia di Torino e conduce il programma “Lessico famigliare” per Rai 3. Tra i suoi libri: Clinica del vuoto. Anoressie, dipendenze, psicosi (Milano 2002); Sull’odio (Milano 2004); Per Lacan. Neoilluminismo, neoesistenzialismo, neostrutturalismo (Roma 2005); Il miracolo della forma. Per un’estetica psicoanalitica (Milano 2007); Lo psicoanalista e la città. L’inconscio e il discorso del capitalista (Roma 2007); Melanconia e creazione in Vincent Van Gogh (Torino 2009); L’uomo senza inconscio. Figure della nuova clinica psicoanalitica (Milano 2010); Cosa resta del padre? La paternità nell’epoca ipermoderna (Milano 2011); Jacques Lacan,vol. I: Desiderio, godimento e soggettivazione (Milano 2012); Il complesso di Telemaco. Genitori e figli dopo il tramonto del padre (Milano 2013); Non è più come prima. Elogio del perdono nella vita amorosa (Milano 2014);La forza del desiderio (Magnano-Biella 2014); L’ora di lezione. Per un’erotica dell’insegnamento (Torino 2014);Melanconia e creazione in Vincent van Gogh (Torino 2014);Le mani della madre. Desiderio, fantasmi ed eredità del materno (Milano 2015); Jacques Lacan, vol. II: La clinica psicoanalitica. Struttura e oggetto (Milano 2016); Il mistero delle cose. Nove ritratti di artisti (Milano 2016); Il segreto del figlio. Da Edipo al figlio ritrovato (Milano 2017); La pratica del colloquio clinico. Una prospettiva lacaniana (Milano 2017); Contro il sacrificio. Al di là del fantasma sacrificale (Milano 2017); I tabù del mondo (Torino 2017).