Ecologia della tecnica

Roberto Marchesini - La convergenza di tecnologia e vita

Roberto Marchesini parla di postumanismo, ovvero del profondo cambio di paradigma nel rapporto con la tecnologia e con la natura: le biotecnologie, la grande rivoluzione digitale e la rivoluzione darwiniana, che ha superato l’antropocentrismo disgiuntivo, mostrando come l’uomo non è più un’entità speciale, ma è fortemente correlato con tutto il resto della natura. 
Il passaggio importante è avvenuto quando la tecnologia, entrando nel regno della vita, è diventata biotecnologia, per cui l’uomo ha iniziato a capire che potevano cambiare determinati meccanismi fisiologici e genetici e che si veniva a interrompere la divisione tra scoperta (relativa alla natura) e invenzione (tipica del mondo prometeico e inorganico). Si è compreso che la tecnologia e la vita sono due entità profondamente unite e che c’è convergenza tra organico e inorganico. 

“Dall’idea di separazione della tecnologia si passa a un’idea di ibridazione, la tecnologia inizia a infiltrare il corpo modificandolo e interagendo con esso in maniera profonda. Un passaggio che si ritrova nei primi umanisti, per esempio in Marsilio Ficino, che considerava l’uomo come copula mundi, come entità posta in stretta relazione con il mondo circostante, o in Leonardo da Vinci, che inventa la bionica perché tutte le sue macchine sono ispirate dalla natura”. 

Oggi siamo impressionati dalle tecnologie emergenti, dall’intelligenza artificiale, ma il punto fondamentale è che l’uomo è sempre stato un’entità ibrida, che si è costruita attraverso uno stretto rapporto con la tecnologia, che ha modificato le caratteristiche e le coordinate di crescita del nostro corpo. E questa ibridazione diventa ancora più forte nel momento in cui il corpo inizia ad essere un ricettacolo di tecnologia, che sempre di più è capace di interferire con le funzioni organiche. L’intelligenza artificiale sempre di più si sta animalizzando e sta acquisendo sempre maggiori caratteristiche di interazione con il mondo. Le macchine diventano sempre meno macchine e sono sempre meno sotto il nostro controllo. 

“La grande crisi ecologica ci spinge oggi a guardare alla scienza e alla tecnologia come strumenti per abbassare il regime energivoro che ha caratterizzato la modernità. Oggi abbiamo bisogno di tecnologie che abbassino l’utilizzo delle risorse e questo comporterà anche mutamenti nel nostro modo di alimentarci, arrivando a forme di alimentazione a basso impatto ambientale.
È necessario cambiare il nostro rapporto con la tecnologia attraverso una visione ecologica che veda nella tecnologia e nella scienza dei grandi alleati e non dei nemici. Serve una maggiore capacità di guardare alla natura non come oggetto di sfruttamento ma come soggetto di una stretta alleanza, rimettendo l’uomo all’interno delle logiche sistemiche e dinamiche del rapporto con la natura”. 

Biografia:
Roberto Marchesini, etologo e zooantropologo di fama, insegna in diversi atenei, tenendo conferenze in tutto il mondo sulla relazione tra l’uomo e le altre specie animali. Saggista molto conosciuto, ha all’attivo oltre un centinaio di pubblicazioni. I suoi libri sono tradotti in inglese, francese, portoghese, spagnolo. Alcuni, come il Dizionario bilingue. Italiano/Cane-Cane/Italiano (Sonda, 2010), sono diventati veri e propri best seller. I suoi articoli sono apparsi sulle pagine culturali dei maggiori quotidiani nazionali; tiene rubriche fisse su «Il Manifesto» e «La Stampa» e su periodici come «Airone» e «Focus», dirigendo inoltre prestigiose riviste accademiche come «Animal Studies. Rivista italiana di antispecismo» (Novalogos) e «Zooanthropology. The International Journal of Human-Animal Relationship» (Cambridge Scholars & Publishing).