Nicoletta Maraschio. La lingua della Costituzione

Un progetto per il futuro

Nicoletta Maraschio, intervistata in occasione delle Giornate della lingua italiana (Olimpiadi di Italiano), che si sono svolte a Firenze dal 26 al 28 marzo 2018, parla dell’importanza per le giovani generazioni dello studio della Costituzione italiana. 
La lingua giuridica è stata molto importante e il primo testo in volgare sono i Placiti di Capua, un testo legato ad un contrasto per il possesso di terre. 

Sarebbe molto importante che la Costituzione venisse letta e studiata in classe per i suoi valori democratici e anche come esempio di scelte linguistiche collettive, che hanno portato a un risultato straordinario. Il testo fondamentale della nostra Repubblica doveva essere patrimonio di ciascun cittadino e per questo ci meravigliamo che la Costituzione non sia mai entrata nelle classi, come Aldo Moro aveva esplicitamente chiesto.

Tullio De Mauro aveva studiato a fondo la costituzione e ha riscontrato che la maggior parte delle oltre novemila parole che costituiscono il testo della Costituzione la maggior parte proviene dal vocabolario di base, si tratta delle parole più usate e più familiari per tutti noi.  Le frasi sono composte di venti parole in media per essere comprensibili da ogni cittadino.

La Costituzione rappresenta un progetto per il futuro, perché dà delle indicazioni su come dovrebbe essere un linguaggio giuridico alla portata di tutti, un modello di chiarezza di semplicità e di precisione che dovrebbe essere seguito dalla politica che fa le leggi . 


Benedetto Croce criticava il testo, giudicandolo non omogeneo, perché scaturiva da un lavoro collettivo, ma non aveva ragione. Anche il vocabolario degli Accademici della Crusca è un lavoro collettivo, che viene continuamente corretto, come la Lettera ad una professoressa di Don Milani è un testo collettivo, straordinario, che ha inciso profondamente nel pensiero educativo. 


Nicoletta Maraschi è una linguista italiana (Pavia 1946). Laureatasi in Lettere all’Università di Firenze, ha intrapreso una brillante carriera accademica presso lo stesso ateneo: dal 1995 è professore ordinario di Storia della lingua italiana ed è nel collegio della Scuola di dottorato in Linguistica. Impegnata in attività di ricerca, coordinamento e formazione sin dagli anni Settanta, è stata presidente dell’Accademia della Crusca dal 2008 al 2014. M. è un’esperta riconosciuta della storia linguistica italiana (soprattutto del periodo rinascimentale e del Novecento) e dirige la collana “L’italiano in pubblico” presso Franco Cesati Editore (insieme con M. Fanfani).