Maurizio Giangiulio. Pitagora di Samo

Un "sapiente" straordinario

Maurizio Giangiulio, professore ordinario di Storia greca dell’Università di Trento,  parla del filosofo e matematico greco Pitagora di Samo, vissuto nel VI secolo a.C. 
Nella cultura contemporanea non esiste un’immagine univoca e consolidata di Pitagora. Nel III e IV secolo d. C. la figura di Pitagora è stata importantissima per il neoplatonismo e a quell’epoca risalgono Le vite pitagoriche di Giamblico e di Porfirio. Ci fu un neopitagorismo di età imperiale romana che accentuava gli aspetti taumaturgici della filosofia pitagorica. Ci furono diversi Pitagora anche in età classica e se si risale fino alla sua epoca troviamo una figura controversa: da una parte un filosofo dotato di uno straordinario carisma e dall’altra un personaggio contestato al punto da essere costretto ad abbandonare la città. Esistono fondamentalmente due dimensioni di questo filosofo, una di carattere scientifico razionalistica e una di tipo mistico iniziatico.  

Pitagora appartiene ad una categoria di personaggi, dei quali il VI secolo a. C. è pieno, dotati di un potere carismatico che erano considerati dei sapienti, sia per le loro esperienze acquisite fuori dal mondo greco, sia perché possedevano particolari tecniche comunicative.  

Pitagora proveniva da Samo che, insieme con Mileto e Rodi, è una specie di cerniera tra il mondo greco, il Mediterraneo e l’Egitto e il vicino Oriente antico, dove esistevano civiltà millenarie. Per la cultura greca arcaica aver viaggiato molto significava anche aver imparato molto. 


Esiste una testimonianza su Pitagora di Senofane di Colofone, un’altra grande figura che da Oriente si stabilisce a Occidente e precisamente ad Elea, che si fa beffe di Pitagora perché credeva alla reincarnazione e ci sono altre testimonianze, che descrivono Pitagora come una figura straordinaria. Un sapiente che sapeva cose che riguardano l’umano e il sovrumano, una figura carismatica, una guida spirituale, ma mai si parla di uno scienziato. Secondo Eraclito, Pitagora è un ciarlatano, che usa il suo carisma e i suoi poteri di suggestione.

Empedocle, pur senza nominarlo, parla di Pitagora come di “uomo di straordinaria conoscenza, che sapeva cose straordinarie, che padroneggiava ogni sorta di opere di sapienza e che, quando tendeva tutte le forze della sua mente, agevolmente scorgeva ciascuna delle cose che sono in dieci e in venti generazioni umane”. Una conoscenza che va al di là delle possibilità umane perché spazia nel tempo. 


Rapportarsi con la comunità significa inserirsi in una dimensione politica, che è stata negata da molti moderni a Pitagora, sebbene sia molto ben testimoniata perché era considerata estranea alla collocazione filosofica e scientifica.

L’armonia, che è innanzitutto l’armonia celeste, che si riverbera sul centro oracolare del mondo greco che era Delfi, era al centro del pensiero di Pitagora. 
Il modo di vivere pitagorico era quanto mai celebre, un modo di vivere che è stato probabilmente estremizzato, ma che ha alcuni punti fermi come la penosa disciplina e non il piacere, il controllo fino all’astensione e anche il rispetto dei tabù. 

La comunicazione carismatica di modelli di comportamento alternativi all’ostentazione del lusso, della ricchezza e del privilegio, contribuiva a promuovere la coesione e la solidità della comunità. 

Marizio Giangiulio ha studiato presso la Scuola Normale Superiore di Pisa e insegnato a Urbino, Viterbo e Trento, dove è Professore ordinario di Storia greca. È inoltre Professore della Scuola Archeologica Italiana di Atene e membro dell’ENSAGH (European Network for the Study of Ancient Greek History). È stato Preside della Facoltà di Lettere e membro del Senato Accademico dell’Ateneo trentino. 
Ha curato il III e il IV volume della Storia d’Europa e del Mediterraneo (Salerno Editrice, 2007-08) e pubblicato tra l’altro Memorie coloniali (L’Erma di Bretschneider, 2010), Democrazie greche (Carocci, 2015), Magna Grecia. Una storia mediterranea (Carocci 2021); è in corso di stampa una sua Introduzione alla storia greca (Il Mulino 2021).
Ha studiato la grecità d’occidente sotto i più vari aspetti, il Pitagorismo, Clistene, la democrazia greca, Erodoto, la memoria e la tradizione orale, gli oracoli delfici, la statualità greca, i metodi e i modelli delle scienze sociali per lo studio della storia antica.