La filosofia di Benedetto Croce 

Intervista a Michele Maggi

Michele Maggi in un’intervista di Maria Teresa Valente, con la regia di Pierluigi Castellano del 2022, parla della filosofia e dell’impegno politico di Benedetto Croce (Pescasseroli, 1866 – Napoli, 1952).

Prima dell’avvento del fascismo, Croce era stato Ministro della Pubblica Istruzione e dopo la caduta di Mussolini nel 1943 si era impegnato per la costituzione di un governo di unità nazionale. 

Quando l’accordo tra le potenze vincitrici comincia a andare in crisi, Croce dirà che il mondo è diviso tra due grandi gruppi di potere, uno dei quali - quello sovietico -sfacciatamente sotto pretesto di instaurare la vera società ci promette la schiavitù universale. 

Croce è presente nell’azione politica negli anni tra il 1943 e il 1948 per il suo prestigio ma anche formalmente come Presidente del Partito Liberale, un partito piccolo, che per lui è un partito di centro che non si identifica né con una ideologia né con un programma economico determinato, ma che si preoccupa di sviluppare le istituzioni che consentono il pieno dispiegamento della libertà civile. 

Della concezione liberale come concezione della vita Croce aveva parlato come religione della libertà, che è al di sopra dell’ideologia politica. La concezione liberale è metapolitica ossia superiore alla teoria formale della politica e in un certo senso alla stessa teoria formale dell’etica e coincide con una concezione totale del mondo e della vita. 

C’è un saggio in cui Croce parla della borghesia come categoria spirituale, la classe dirigente non è una classe sociale determinata ma è una funzione aperta, in questo senso la classe dirigente liberale è una classe dirigente, che organizza e favorisce la sempre maggiore partecipazione alla vita pubblica, una classe colta ma non chiusa, è funzione civile, è lo Stato non come istituzione ma come momento di realizzazione e concretizzazione degli acquisti della civiltà. 

Croce critica la nozione di stato etico sia in Hegel ma soprattutto in Gentile, una critica implicita nella stessa concezione liberale. L’etica e la politica sono due forme distinte che vanno messe in relazione ma che non vanno annullate nella  loro relazione, la politica non può diventare astratta morale. Lo stato etico è un collassare di questi due momenti in un momento unico con tutti i pericoli totalitari largamente sperimentati nel XX secolo. 


Il problema gnoseologico per Croce è un caso insigne di problema insussistente, non c’è l’io e il mondo o l’uomo e la natura come entità separate, il pensiero e l’essere, ma c’è la realtà tutta vivente e comunicante e ogni individuazione è un momento in cui l’universale diventa concreto. L’individuo è la situazione storica dello spirito universale. Croce usa l’espressione idealismo inizialmente anche se preferisce sempre di più per la propria concezione la formula storicismo o spiritualismo assoluto.  
Se per idealismo si deve intendere un’altra scuola filosofica e altri volumi che si aggiungono all’inconcludenza di molti studi filosofici allora io preferirei farne a meno. 

Quando durante la mia passeggiata vedo il ciabattino seduto al suo dischetto che prosegue il suo lavoro al lume di una luce protetta da un foglio di carta bisunta, penso talvolta che quel ciabattino rappresenti la dignità e l’utilità sociale molto meglio del candidato universitario che imbastisce il suo ennesimo zibaldone sulle categorie kantiane. 
Benedetto Croce 

Con Croce non c’è né il dualismo, né l’idealismo nel senso gentiliano dell’io che produce la realtà, né la materia, non c’è nemmeno l’umanità e la natura, ma tutta la natura è spiritualità e quindi umanità in ogni sua riposta fibra. In ogni atomo vive l’unità cosmica. 

Michele Maggi, nato nel 1943, ha insegnato a lungo all’Università di Firenze dove ha concluso l’attività nel 2013 quale professore ordinario di Storia della filosofia politica. Tra i principali studiosi della filosofia del Novecento, ha raccolto suoi saggi nel volume Archetipi del Novecento. Filosofia della prassi e filosofia della realtà, Napoli, 2011. Ha rivolto particolare attenzione alla filosofia e all’opera culturale e civile di Benedetto Croce: La logica di Croce, Napoli, 1984; La filosofia di Benedetto Croce, Firenze, 1989, II ediz. Napoli, 1998; L’Italia che non muore. La politica di Croce nella crisi nazionale, Napoli, 2001. Membro del Comitato scientifico per l’Edizione nazionale delle Opere di Croce, ha scritto il capitolo Benedetto Croce compreso nel volume Il contributo italiano alla storia del pensiero, VIII Appendice della Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2012. Nelle Edizioni di Storia e Letteratura sono usciti i seguenti volumi: La formazione della classe dirigente. Studi sulla filosofia italiana del novecento, 2003; La filosofia della rivoluzione. Gramsci, la cultura e la guerra europea, 2008.