Marcello Veneziani. La scienza è ricerca, non è fede

Tornare ad una visione umanistica del sapere

Nel video Marcello Veneziani, intervistato nel corso della XII edizione della Festa di Scienza e di Filosofia-Virtute e Canoscenza, che si è svolta a Foligno e a Fabriano dal 20 al 23 aprile 2023, parla del tema della sua conferenza La scienza è ricerca, non è fede

Chi dice di credere nella scienza, la riduce a superstizione. Non si crede nella scienza, perché la scienza è ricerca incessante, i suoi risultati sono sempre provvisori, mai assoluti e il suo campo di studi è il regno del come, non quello del perché, con tutte le sue incertezze, di cui si occupano invece la teologia e la teleologia, l'ontologia e la filosofia. La scienza non sostituisce né vanifica la religione, come l'arte o il pensiero. Può formare o confutare giudizi ma non pre-giudizi. Contro "la barbarie dello specialismo" (Ortega y Gasset) ogni grande ricerca scientifica si connette alla storia, al mito e al sapere umanistico.

La preoccupazione è che la scienza possa costituirsi in scientismo, ossia in una forma ideologica, quasi fideistica, che rifiuta il confronto con altri ambiti del sapere. 

 

La conoscenza che è propria della scienza non può essere sostituita dall’idea di trasformazione del mondo, la scienza, che ha una sua dignità autonoma, non può essere subordinata completamente alla tecnica, si applica alla tecnica ma non si risolve nella tecnica. La scienza dovrebbe studiare la natura e non tentare di superarla o addirittura di abolirla all’insegna di una seconda virtuale natura prodotta esclusivamente in laboratorio. 

Se la scienza intende elevare le condizioni dell’uomo svolge un ruolo fondamentale, se invece intende porsi il problema di superare l’umanità e di dar luogo ad esperienze transumane e postumane il risultato è quello dell’alienazione integrale.  Si intraprende così una strada che dalla scienza passa al dominio assoluto della tecnica e dalla tecnica passa all’espropriazione totale dell’umano. 

Bisogna recuperare un rapporto organico della scienza con la natura e con l’umanità, tentando di rileggere la scienza alla luce di una visione umanistica della realtà, comprensiva anche dei limiti della scienza e riconoscere di non poter fare tutto quello che ci è consentito fare attraverso la tecnica. 

Come nella visione dantesca la conoscenza deve essere correlata alla virtù, virtù e conoscenza insieme si limitano e si arricchiscono nello stesso tempo. 



Marcello Veneziani è nato a Bisceglie e vive tra Roma e Talamone. Proviene da studi filosofici. Ha fondato e diretto riviste tra cui L’Italia Settimanale e Lo Stato. Ha scritto su vari quotidiani e settimanali: dal Corriere della Sera a La Repubblica,  La Stampa, Libero, Il Messaggero, Panorama. Ha scritto a lungo su Il Giornale, chiamato da Montanelli e poi da Feltri, dove ha tenuto per anni la rubrica in prima pagina Cucù. È commentatore della Rai.
Ha scritto vari saggi tra i quali La rivoluzione conservatrice in Italia, Processo all’Occidente, Comunitari o liberal, Di Padre in figlio. Elogio della Tradizione, La cultura della destra e La sconfitta delle idee (editi da Laterza). I Vinti, Rovesciare il ’68, Dio, Patria e Famiglia. Dopo il declino (editi da Mondadori).
È poi passato a temi esistenziali pubblicando saggi filosofico letterari come Vita natural durante dedicato a Plotino e La sposa invisibile, un viaggio carnale e metafisico tra le figure femminili. Per Mondadori ha pubblicato tra l’altro Il segreto del viandante,  Amor fati, la vita tra caso e destino, Vivere non basta. Lettere a Seneca sulla felicità. L’ultimo suo libro, uscito da Mondadori, è Anima e Corpo. Viaggio nel cuore della vita. Per gli Oscar Mondadori è in libreria Ritorno a Sud. Ha poi pubblicato con Marsilio Lettera agli italiani (2015), Alla luce del mito (2016), Imperdonabili. Cento ritratti di autori sconvenienti (2017), Nostalgia degli dei (2019) e Dispera bene (2020). Inoltre Tramonti (Giubilei regnani, 2017) e Dante nostro padre(2020), La Cappa (2021), Scontenti (2022).