Alessandro Zaccuri su Bartolo Cattafi
Il ritratto dello scrittore che visse dopo il diluvio
Nel panorama della poesia italiana del dopoguerra Bartolo Cattafi è una delle figure più incisive. La sua carriera poetica e letteraria si è esaurita prematuramente a causa di una grave malattia che lo ha ucciso prima ancora di aver raggiunto i sessant'anni. Di questo autore ingiustamente poco valorizzato dai suoi contemporanei ci parla Alessandro Zaccuri, scrittore e critico letterario, che ne tratteggia un efficace e intenso ritratto in questo contributo tratto da Cultbook.
Nella cieca città l'erba maligna
avanza verde fuoco velenoso,
tornano taciturni viandanti
a testare la crescita dei figli
Bartolo Cattafi nasce nel 1922. Siciliano trapiantato a Roma, ha attraversato in prima persona gli eventi più cupi del ventesimo secolo, vivendo la prima giovinezza sotto il ventennio fascista e subito dopo gli orrori del Secondo conflitto mondiale, di cui la sua poetica dai toni epigrammatici tratteggia un bilancio intriso di vuoto e di solitudine.
Alessandro Zaccuri è nato a La Spezia nel 1963. Lavora nella redazione culturale milanese del quotidiano "Avvenire". Collabora inoltre con le riviste "Letture" e "Lo straniero". Giornalista, scrittore e critico letterario, è autore dei saggi Citazioni pericolose: il cinema come critica letteraria (Fazi, 2000) e Il futuro a vapore: l’Ottocento in cui viviamo (Medusa, 2004). Ha inoltre pubblicato il reportage narrativo su Luciano Bianciardi, Milano, la città di nessuno (L’Ancora del Mediterraneo, 2003). Finalista al Premio Campiello con il romanzo Il signor figlio (Mondadori, 2007), nel 2008 ha pubblicato per Mondadori il romanzo Infinita notte e, nel 2012, Dopo il miracolo.