Jorge Luis Borges: il deserto e il labirinto

I simboli centrali nella poetica di Borges

L’immagine del labirinto è centrale nella poetica di Jorge Luis Borges. Essa costituisce un’allegoria della complessità del mondo, la cui intelligibilità non è afferrabile attraverso la sola ragione. Il labirinto per lo scrittore argentino è

un edificio costruito per confondere gli uomini

La sua stessa architettura è funzionale a tale fine: la confusione e lo stupore degli uomini. La tortuosità dei suoi percorsi rinvia simbolicamente alla insufficienza di uno sguardo meramente razionale sul reale, la cui consistenza ontologica cela, sotto un’apparente regolarità, significati più complessi e profondi. Nell’intervista qui proposta, Borges ricorda uno dei suoi tanti racconti ispirati a quel “simbolo naturale della perplessità” che è il labirinto. Esso, sorprendentemente, si ambienta nel deserto, un luogo solo in apparenza agli antipodi rispetto al labirinto.


Jorge Luis Borges nasce il 24 agosto 1899 a Buenos Aires. Di famiglia benestante e colta, Borges impara a parlare prima in inglese e poi in castigliano. Nel periodo in cui si combatte la Prima Guerra Mondiale vive prima in Svizzera, poi in Spagna. Tornato in Argentina, tra il 1924 e il 1927 collabora a Martín Fierro, rivista d'avanguardia che determina il movimento detto, appunto, "martinfierrista". Borges lavora come bibliotecario e si avvicina alla filosofia idealistica. Conosce A. Bioy Casares e insieme compiono quelle che egli stesso definisce più tardi "svariate imprese letterarie". Inizia a insegnare. A seguito di un incidente comincia a perdere la vista, fino alla cecità. Muore a Ginevra il 14 giugno 1986.