Scrivere la Resistenza: Beppe Fenoglio

Con Gianluigi Beccaria e Chiara Fenoglio

Realizzata ad Alba, all’interno del Centro Studi Beppe Fenoglio, la puntata Scrivere la Resistenza: Beppe Fenoglio documenta attraverso il contributo di Gian Luigi Beccaria e quello di Margherita Fenoglio, figlia dello scrittore e direttrice del Centro, la centralità che il tema della Resistenza ha avuto nella vita e nell’opera di Beppe Fenoglio. Il Fenoglio combattente per la libertà, prima ancora che partigiano, rivive attraverso le fotografie conservate in archivio. Gian Luigi Beccaria si sofferma sullo sfondo dei grandi romanzi fenogliani da Una questione privata al Partigiano Johnny: “il paesaggio sono le Langhe ma è un paesaggio allontanato, lui usa il verso ‘veleggiare’, è come se si trovasse davanti a un mare di colline solidificato… È un mondo popolato da eroi e guerrieri”. In Fenoglio la Resistenza è raccontata senza retorica, ciò è evidente sin dagli Appunti partigiani ritrovati da Lorenzo Mondo. Particolare attenzione riserva Gian Luigi Beccaria al linguaggio di Fenoglio, all’influenza della lingua e della letteratura inglese sulla sua scrittura: “non era tanto il plurilinguismo a colpirci nei testi fenogliani, lui riteneva l’italiano inadeguato al tono epico che cercava di raggiungere e usava l’inglese come il vignaiolo usa i pali in una vigna”. A rendersi conto della grandezza di Fenoglio scrittore della Resistenza fu in primo luogo Italo Calvino che, a proposito di Una questione privata, dichiarò che Fenoglio aveva scritto il romanzo sulla Resistenza “che tutti volevamo scrivere”. Chiude la riflessione di Beccaria sul Fenoglio resistenziale l’osservazione relativa all’intreccio di temi nella sua narrativa: “c’è la morte, ma c’è anche la vita, ci sono l’odio, l’amore, la pace il male, il giorno, la notte, ci sono momenti disperati e momenti edenici, c’è tutto il senso dell’esistenza umana”. Completa questa puntata un intervento della scrittrice Paola Soriga, autrice del romanzo Dove finisce Roma, ambientato negli anni della lotta di Liberazione. Beccaria:

Beppe Fenoglio è il più grande scrittore della Resistenza per la sua descrizione della realtà e per la trasfigurazione che riporta a un’età lontana ed arcaica le cose che sta raccontando. Fenoglio parla della Resistenza, ma questa guerra civile è la guerra combattuta da sempre dagli uomini, dai greci contro i troiani, dai greci contro i persiani, sullo sfondo c’è Omero, c’è la Bibbia


Beppe (Giuseppe) Fenoglio nasce ad Alba (Cuneo), il 1º marzo 1922 da Amilcare e Margherita Faccenda. I genitori gestiscono una macelleria. Agli anni del liceo risale la sua passione per la lingua e la letteratura inglese e americana. S’iscrive alla Facoltà di Lettere di Torino. Chiamato alle armi, interrompe gli studi universitari. Nel 1943 frequenta un corso per allievi ufficiali; quindi viene trasferito a Roma, da dove, dopo l’armistizio dell’8 settembre, riesce a tornare ad Alba. Qui si arruola tra i partigiani. Negli ultimi mesi di guerra è ufficiale di collegamento con la missione inglese di stanza nel Monferrato. Dopo la liberazione, ritorna ad Alba. Lavora come procuratore presso un’azienda vinicola, la ditta Marenco e inizia a dedicarsi alla narrativa. Nel 1960 sposa Luciana Bombardi e nel 1961 nasce la figlia Margherita. Nel 1949 l’editore Einaudi rifiuta la sua prima raccolta Racconti della guerra civile; e l’anno successivo Elio Vittorini, sempre per Einaudi, gli consiglia di sacrificare il romanzo La paga del sabato per ricavarne due racconti. Solamente nel 1952 Vittorini gli pubblica, nella collana di narrativa I gettoni, di Einaudi, la raccolta di racconti I ventitregiorni della città di Alba. Poi, nel 1954, sempre nella stessa collana, esce il romanzo breve, centrato sul mondo delle Langhe, La malora. Deluso dalla sfavorevole accoglienza della critica e dalle riserve espresse da Vittorini su La malora, rompe con Einaudi e nel 1959 pubblica presso Garzanti il romanzo Primavera di bellezza, per il quale nel ’60 gli viene assegnato il Premio Prato. Nel 1962, inoltre, vince il Premio Alpi Apuane per il racconto Ma il mio amore è Paco, apparso sul n.150 di «Paragone». Nella notte tra il 17 e il 18 febbraio 1963 Fenoglio muore a Torino per un cancro ai polmoni. Nello stesso 1963 viene edita, insieme con Una questione privata, la raccolta di racconti Un giorno di fuoco, che ottiene il Premio Puccini-Senigallia. Postumi appaiono Frammenti di romanzo su «Cratilo» (luglio 1963), Aloysius Butor su «45° Parallelo» (1964) e L’affare dell’anima su «Fenoglioinedito» (1968). Dai manoscritti, raccolti ad Alba in un apposito Fondo Fenoglio sono stati ricavati: Il partigiano Johnny, vincitore del Premio Prato (1968) e La paga del sabato (1969).


Storie della Letteratura è un programma di Isabella Donfrancesco e di Alessandra Urbani, produttore esecutivo Annalisa Proietti, regia Laura Vitali.