Via dalla pazza folla di Thomas Hardy secondo Sara Antonelli
Un formidabile romanzo campestre
Via dalla pazza folla, il primo grande successo letterario di Thomas Hardy, appare nel 1874 a puntate sul Cornhill Magazine, diretto da Leslie Stephen (il padre di Virginia Woolf); Hardy rivede il testo per le successive edizioni in volume e continua a perfezionarlo fino alla sua morte. La traduzione di Sara Antonelli per la BUR si basa infatti sulla cosiddetta Wessex Edition delle opere di Hardy, curata dallo stesso autore nel 1912, e successivamente arricchita dai cambiamenti che Hardy continuò ad apportare a matita sulla copia personale del romanzo. Il giovane pastore Gabriel Oak perde tutto il suo gregge e trova impiego nella masseria di Bathsheba, la ragazza di cui è da sempre innamorato senza essere ricambiato. Anche William Boldwood, uno dei proprietari terrieri dei dintorni, ha chiesto a Bathsheba di sposarlo ma la ragazza lo ha rifiutato. L’indipendente e fiera Bathsheba conosce il sergente Frank Troy e, invaghita di lui, decide di sposarlo pur sapendo di sbagliare. Con Sara Antonelli abbiamo parlato dei temi di questo formidabile romanzo “campestre”, dei suoi personaggi e dello stile di Thomas Hardy.
Via dalla pazza folla è un romanzo che Thomas Hardy inizia a concepire fin dal 1872, ha in mente di racccontare un triangolo amoroso: una fittavola, un pastore e un sergente dei dragoni. E in effetti all'interno di questo romanzo, che pure si dispiega in una trama narrativa molto ampia, in un territorio in realtà circoscritto ma riuscendo a mettere in campo sentimenti complessi e intrecci complicatissimi tra le persone, in realtà il triangolo viene mantenuto, ma c'è anche qualcosa di più.
Thomas Hardy nasce nel 1840 a Upper Blockhampton, vicino a Dorchester, da una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Dopo studi di architettura, dal 1856 al 1861 lavora presso un architetto di Dorchester. Trasferitosi a Londra per continuare la professione, ben presto si volge alla letteratura. La carriera letteraria di Hardy si svolge in due periodi: il primo, dal 1870 al 1895, dedicato alla narrativa; il secondo, dal 1896 fino alla morte, alla poesia. Furono i romanzi a renderlo celebre; quasi tutti ambientati nel Wessex (l'antico nome che Hardy usò per indicare le contee a sudovest dell'Inghilterra e soprattutto il Dorset) e quasi tutte storie d'amore a sfondo tragico. I suoi romanzi e racconti migliori sono Via dalla pazza folla, 1874; Ritorno al paese, 1878; Il sindaco di Casterbridge, 1886; I boscaioli, 1887; I racconti del Wessex;Tess dei D'Urbervilles, 1891 e Giuda l'oscuro, 1896. Forte e intensa anche la sua opera poetica. Nelle raccolte Wessew poems (Poesie del Wessex, 1898), Time laughingstocks (Gli zimbelli del tempo, 1909), Satires of circumstance (Satire di circostanza, 1914) esplora le più diverse forme di poesia, dalla ballata all'epigramma al monologo drammatico. Muore nel 1928 a Max Gate, presso Dorchester.
Sara Antonelli è ricercatrice in Lingue e Letterature Anglo-americane presso l'Università di Roma Tre, dove insegna dal 2001. Ha conseguito la Laurea in Lettere (1991), il Diploma della Scuola di specializzazione in traduzione letteraria (1996) e il Dottorato di ricerca (2000) presso l'Università di Roma La Sapienza. Ha inoltre ricevuto il Diploma in American Studies presso Mount Holyoke College, Massachusetts, USA (1994). La sua attività di ricerca si concentra sull'Ottocento e sulla cultura contemporanea, con un'enfasi particolare sulla letteratura afro-americana e sui rapporti tra la letteratura e arti visive (fotografia e cinema).