Giuseppe Ungaretti: vita di un uomo

Poeti del '900 di Gabriella Sica

In questo video del ciclo Poeti del ‘900 di Gabriella Sica brillano le qualità oratorie di Giuseppe Ungaretti, lo stile veemente ed enfatico con cui recita le sue poesie sul filo della memoria. Dalla nascita ad Alessandria d’Egitto al periodo parigino, dall’esperienza romana al trasferimento a San Paolo del Brasile, il poeta ormai anziano ripercorre le tappe della propria biografia e della propria opera. Pubblica le prime poesie su" Lacerba" su invito di Papini e Soffici; scrive Il porto sepolto in trincea sui pezzi di carta che riesce a rimediare, e compie una rivoluzione linguistica, asciugando il linguaggio fino a ridurlo all’essenziale. Gli stati d’animo e i luoghi sono fonte d’ispirazione dei suoi versi. La raccolta Il dolore pubblicata nel 1947 nase da due tragedie: una personale (la morte del figlio di otto anni) e una universale (la guerra). Ungaretti parla anche del suo lavoro di insegnante, del piacere di confrontarsi con le giovani generazioni, dichiara di aver sempre da imparare qualcosa e si definisce “un vecchio discepolo della vita”.

In nessuna
parte
di terra
mi posso
accasare
Ad ogni
nuovo
clima
che incontro
mi trovo
languente
che una volta
già gli ero stato
assuefatto
E me ne stacco sempre
straniero
Nascendo
tornato da epoche troppo
vissute
Godere un solo
minuto di vita
iniziale
Cerco un paese
innocente.


Giuseppe Ungaretti nasce ad Alessandria d’Egitto l’8 febbraio 1888. Nel 1912 si trasferisce a Parigi. Interventista, si arruola volontario e combatte sul Carso dove scopre ben presto il dramma della guerra. Nel 1918 combatte sul fronte francese. Nel 1916 pubblica, grazie all’amico Ettore Serra, Il porto sepolto in 80 esemplari. Nel 1919 pubblica Allegria di naufragi. Nel 1923 ripubblica le poesie di Allegria di naufragi con il primo titolo, Il porto sepolto, con la prefazione di Benito Mussolini. Nel 1936 si trasferisce a San Paolo del Brasile a insegnare letteratura italiana e nel 1942 torna in Italia, nominato Accademico d'Italia e professore per chiara fama di Letteratura italiana moderna e contemporanea all'Università la Sapienza di Roma. Torna a scrivere poesie sull’insensatezza della guerra nella raccolta Il Dolore del 1947. Nel 1969 l'intera opera poetica è raccolta col titolo Vita d'un uomo come primo volume della collana i Meridiani. Muore il 1 giugno 1970 a Milano.

Gabriella Sica è nata a Viterbo e vive a Roma dall'età di dieci anni. Inizia a pubblicare i suoi testi poetici sulla rivista «Prato pagano» nel 1980 e su l'«Almanacco dello specchio» nel 1983. Nel 1986 pubblica il suo primo libro di poesie, dal titolo La famosa vita. Il suo libro Poesie familiari (Fazi Editore, 2001), riceve il Premio Internazionale di Poesia Camaiore. A partire dagli anni '80 inizia a svolgere un'intensa attività nell'ambito della poesia contemporanea, aggregando attorno alla rivista «Prato pagano», che dirigerà dal 1980 al 1987, molti poeti della cosiddetta "generazione dell'80" (detta anche della "parola ritrovata"). Ha curato antologie poetiche (La parola ritrovata. Ultime tendenze della poesia italiana, Marsilio, 1995) e scritto saggi Scrivere in versi. Metrica e poesia (Pratiche 1996; nuova edizione aggiornata e ampliata, il Saggiatore 2003). La sua serie televisiva, Poeti del '900, è dedicata a Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Pier Paolo Pasolini, Umberto Saba, Sandro Penna e Giorgio Caproni.