"B" come Boulez

Isteria e sortilegio della musica

Con il programma C'è musica e musica del 1972, Luciano Berio esplorò tante questioni relative al comporre, eseguire, pensare la musica, con esempi che spaziavano dal Barocco al rock e testimonianze di numerosissime personalità del mondo musicale italiano e internazionale, tra le più acute del tempo. Non un'indagine scientifica, come disse, allora, lo stesso Berio, ma il tentativo di avvicinare il pubblico a chi la musica la fa.
Nella clip proposta, Pierre Boulez risponde alla domanda: "C'è musica e musica?"
 

La musica è una componente dell’esistenza di ognuno, ma nessuno vede la musica alla stessa maniera. C’è chi la vede in maniera più filosofica, o più diretta, emotiva, o più intellettuale
Pierre Boulez


Pierre Boulez (1925–2016), direttore d’orchestra, teorico e compositore “audacissimo e geniale sperimentatore di mezzi fonici inconsueti”, come lo definì il grande musicologo Massimo Mila, studiò al Conservatorio di Parigi, allora diretto da Olivier Messiaen, interessandosi alla dodecafonia sotto la guida di René Leibowitz. 
Unanimemente considerato dalla critica il più importante compositore francese d’avanguardia, Boulez, tuttavia, non ha prodotto molto perché impegnato, soprattutto, in un’intensa attività di direttore d’orchestra, grazie alla quale ha contribuito alla diffusione della conoscenza di autori come Mahler, Schönberg, Stravinsky, Bartók, Webern, Varèse. Fu direttore artistico della New York Philharmonic Orchestra e direttore principale della BBC Symphony Orchestra. Nel 2010, fu nominato direttore del Metropolitan Opera House di New York. 

Il contenuto emozionale della sua musica si muove tra il lirismo delicato e l’espressionismo esasperato; la musica, sosteneva, deve “essere un sortilegio collettivo e un’isteria”. Boulez manifestò sempre, infatti, uno spiccato interesse per i rituali presenti nelle culture africane e sud-americane. I suoi slanci trovano, però, una debita compensazione nel rigore matematico (prima di dedicarsi alla musica, aveva iniziato a studiare matematica) con cui elaborava gli schemi strutturali. 
 

Compiango i poeti che si lasciano guidare dal solo istinto: li credo incompleti. È impossibile che un poeta non contenga in sé anche un critico
Pierre Boulez