Stravinsky "allo Specchio" (II)

La ritualità della direzione d'orchestra

La seconda delle due puntate di Specchio sonoro - Profili di grandi compositori del ’900 dedicate a Igor Stravinsky (regia di Vittorio Brignole) veniva trasmessa dal Secondo Canale della Rai il 22 aprile 1964, alle 22,05.

Il programma è curato e condotto da Roman Vlad, compositore, pianista, direttore d’orchestra e musicologo, che, anche in questa seconda parte, introduce e commenta rarissime fotografie d’epoca e filmati nei quali Stravinsky parla della profonda amicizia che lo legò a Sergej Djagilev, lo straordinario impresario e creatore dei Ballets Russes, e delle proprie opere a carattere sacro, per spiegare le quali cita Arthur Schopenhauer (1788–1860)

I suoni musicali sono dentro e formano un Universo a loro proprio in cui la mente umana ha creato materiale e lo ha ridotto all’Ordine
Arthur Schopenhauer

Nello studio televisivo, Vlad continua a delineare un ritratto davvero completo del grande musicista russo con l’ausilio di esempi musicali eseguiti dall’Orchestra Sinfonica e dal Coro della Rai di Torino, da lui stesso al piano, e dal soprano Maria Teresa Pedone. L’orchestra è diretta da Bruno Maderna, il coro da Ruggero Maghini.

Dirigere, per Stravinsky, vuol dire, qualche volta, compiere un’azione quasi rituale. Non c’è da meravigliarsi, dunque, che in questi ultimi anni egli abbia preferito, spesso, la chiesa alle normali sale da concerto
Roman Vlad