La sublime illusione di Richard Wagner

Intervista a Maurizio Giani

Compositore, poeta, scrittore, teorico, impresario, regista, architetto, direttore d'orchestra. Questo e tanto altro fu Richard Wagner, intellettuale “totale”, come le sue opere, e visionario. 

Wagner nasce a Lipsia il 22 maggio 1813. Dotato di una spiccata personalità, non ha avuto pari, nel mondo della musica colta, nel suscitare odio e amore, lodi e ingiurie. 

Oggi, "wagneriano" è un aggettivo non solo musicale, ma applicato alla politica, alla filosofia, a ogni forma d’arte performativa per esprimere solennità, verbosità, forza narrativa e drammaturgica. E La sua fama è alimentata anche da seguaci e “guardiani” della sua eredità e dall’utilizzo commerciale e cinematografico della sua musica.

Della formazione di Wagner, della sua concezione del dramma musicale, dei suoi epigoni, dei principali interpreti e del debito del teatro musicale nei suoi confronti, parla, in questa intervista, il musicologo Maurizio Giani, autore di diversi saggi sulla figura e l’opera del grande compositore tedesco.

Secondo Wagner sussiste una «perfetta analogia» tra il gesto corporeo, in grado di comunicare all’occhio qualcosa che il linguaggio discorsivo non è in grado di formulare con altrettanta immediatezza, e le impressioni suscitate nell’udito dall’orchestra. In virtù di questa analogia la «melodia orchestrale» può potenziare il gesto scenico, elevando i moti consueti della vita quotidiana – che per Wagner resta la base del dramma, la fonte stessa della sua intelligibilità – sino alla sfera del sublime
Maurizio Giani

Maurizio Giani ha compiuto gli studi universitari e musicali a Firenze. Laureato in Filosofia, si è successivamente diplomato in chitarra al Conservatorio “Luigi Cherubini” e ha svolto attività concertistica come solista e in formazioni da camera. Dal 1994, ha insegnato Storia della musica moderna e contemporanea nell’Università di Salerno, e dal 2002 al 2018 Estetica musicale nell’Università di Bologna, dove è professore Alma Mater. Insegna attualmente Estetica nel corso di laurea triennale dell’Accademia Internazionale di Imola. Su Wagner, oltre a numerosi saggi apparsi in periodici italiani e stranieri, ha scritto i volumi Un tessuto di motivi. Le origini del pensiero estetico di Richard Wagner, Paravia, 1999, e La sublime illusione. Sul teatro di Richard Wagner, Orthotes, 2017. Molto attivo anche come traduttore, ha pubblicato, tra l’altro, un’edizione commentata di Opera e dramma di Wagner