L'origine dell'AI

Giulio Maira

Giulio Maira, prof. di Neurochirurgia, ci illustra quali siano le origini dell'intelligenza artificiale.
Secondo il fisico Richard Feynman, la scienza significa tre cose: da un lato un nuovo metodo per scoprire le cose nuove, secondo le conoscenze che derivano dalle cose scoperte, terzo ciò che si può creare con le conoscenze, cioè la tecnologia.
Oggi parliamo di una tecnologia speciale forse la più intrigante nella storia dell'uomo che è l'intelligenza artificiale che comporta dei problemi per chi si occupa di scienza, di funzionamento del cervello, conoscendone la complessità, la straordinarietà. Sembra incredibile che alcuni scienziati visionari a metà del secolo scorso, negli anni '50, ebbero l'idea che si potesse inventare una macchina capace di pensare e di fare le cose che sono prerogative dell'essere umano, cioè prendere decisioni, conoscere, risolvere problemi. Fu Alan Turing negli anni '50 che lanciò quest'idea di una macchina pensante, perché l'intelligenza artificiale è proprio questo: una macchina con degli algoritmi che sono programmati con l'obiettivo di simulare, forse anche migliorare, ciò che fa l'intelligenza umana.

L'intelligenza artificiale ha la capacità di elaborare conoscenze, dati con una scala dimensionale che non era conosciuta dall'uomo fino all'ora, una velocità incredibile, una pervasività incredibile. Oggi noi siamo bombardati da informazioni, da dati che la nostra mente non riesce ad elaborare. Ad esempio in medicina le conoscenze, i dati che otteniamo, sono tali che la mente umana non riesce più ad elaborarli, a processarli tutti insieme. Ad esempio nella decodificazione del genoma umano, prendiamo l'esempio della lotta al Covid: senza la capacità di elaborare questi dati, l'uomo non sarebbe stato capace di progettare dei vaccini e quindi l'intelligenza umana  non avrebbe capito le varianti dei virus, non avrebbe validato delle terapie in grado di farci uscire da questo tunnel in cui eravo entrati.

Nel campo dei tumori cerebrali e l'analisi dei dati di biologia molecolare da parte dell'intelligenza artificiale, sta permettendo di cercare delle terapie personalizzate che riescono ad essere efficaci nel superare, nel curare quelle forme di tumore che ancora oggi non sono curabili.
Questo ci dice che l'intelligenza artificiale sta entrando in modo pervasivo in tutte le attività della nostra vita, modificandole con una velocità che forse l'intelligenza umana non sarebbe stato in grado di fare. E' talmente ritenuta importante anche per la strategia dei rapporti fra le varie nazioni, che sta diventando un elemento di controllo dell'aspetto geopolitico ed economico.
Henry Kissinger, prima di morire, aveva scritto un editoriale sul Wall Street Journal, in cui segnalava il fatto che la vera guerra fredda fra l'Occidente e la Cina, si sarebbe giocato proprio sull'intelligenza artificiale.

L'intelligenza artificiale cosa fa più di noi uomini? Fa delle cose estremamente importanti: intanto ci supera per un ordine elementi computazionali e per velocità di di azione. Per esempio il cervello umano è composto da 86mila miliardi di neuroni, un numero non modificabile, matura lentamente e può ammalarsi e deteriorarsi. I computer possiamo farli con tutti gli elementi computazionali che vogliamo. La capacità di operazione del cervello umano, effettua 38 miliardi di operazioni al secondo, mentre ad esempio un computer di ultima generazione come quello alla Cineca a Bologna, riesce ad effettuare 270 milioni di miliardi di operazioni al secondo. Questo fa capire come la nostra capacità mentale si esaurisce di fronte a questi numerosi spettacolari dell'intelligenza artificiale.

Rsipetto all'evoluzione dell'uomo, possiamo dire che una mente di un essere umano del 1944 più o meno ragionava così come ragiona la nostra mente di oggi. Un computer di oggi rispetto a un computer del 1944, riesce a essere capace di elaborazioni quattro miliardi di volte più di quanto non facesse allora. Tutto questo ha cambiato tanto il modo di acquisire dati, il modo di sviluppare la conoscenza: si ritiene che in due anni siamo riusciti ad avere una raccolta dati quanto ne ha avuto la storia del dell'uomo dall'inizio fino al 2003. Tutto questo ci sta portando veramente alla capacità di inserimento dell'intelligenza artificiale in tutte le attività della vita umana. Questo significa che possiamo considerare superata la mente umana? Assolutamente no. Ci sono delle caratteristiche che sono peculiari dell'uomo, che sono frutto dell'evoluzione di milioni di anni, come per esempio la capacità di emozionarsi, la creatività che è compagna della fantasia e nell'immaginazione, della curiosità, e poi infine c'è la coscienza. Senza la coscienza nulla di tutto quello che fa l'uomo, potrebbe essere realizzabile potrebbe essere possibile e tra questo mettiamo anche l'intelligenza artificiale: senza la coscienza dell'uomo, intelligenza artificiale non ci sarebbe.