Sono passati pochi anni da quando lo “smartphone” e altri attrezzi “smart” sono diventati onnipresenti nella nostra vita. Vita privata, sociale e politica, commercio e informazione, studio, intrattenimento, salute, lavoro - tutti i settori della nostra vita sono ormai profondamente toccati dai servizi intelligenti digitali. Siamo connessi di fatto sempre, e dalla rete ci aspettiamo risposte veloci e esaurienti a tutti i nostri quesiti.
Ma l’Intelligenza Artificiale non ha solo dato vita al settore dei servizi intelligenti offerti a tutti noi da una quantità sempre crescente di “smart devices”. In senso più ristretto ed accademico, la AI rappresenta un filone specifico di ricerca dell’informatica che da più di sessant'anni sviluppa algoritimi non solo capaci di eseguire commandi, ma di apprendere, di interagire con il mondo e di riconoscere strutture e schemi nei dati che riceve, di trarre le sue conclusioni. Sono macchine e algoritimi costruiti in modo da assomigliare al cervello umano, e non a caso si chiamano reti neurali artificiali. Ce ne sono di tutti i tipi: dal software di riconoscimento facciale al robot che accarezza gli anziani, dal drone che autonomamente decide il punto migliore per lanciare la sua bomba all’applicazione in grado di diagnosticare una malattia a distanza o al computer che improvvisa un duetto con un pianista Jazz. E mentre già Alan Turing, il brillante matematico e padre dell’Intelligenza Artificiale, avvertiva il rischio che “a un certo punto, dovremmo aspettarci che le macchine prenderanno il controllo”, oggi la preoccupazione principale non sembra tanto questa, ma l’enorme potere accumulato da chi gestisce algoritmi e dati. Il problema non è tanto la macchina, ma come sempre l’uomo. Per l’uomo – individui, aziende, stati - è centrale la domanda di chi detiene i dati e di come entrare in possesso delle enorme quantità di dati necessari per far girare il mondo smart. Così, nell’epoca digitale, i dati sono diventati una merce preziosa, il nuovo petrolio. In termini di forza economica valgono somme enormi, perché chi li possiede può usarli per aumentare sempre di più la propria posizione sul mercato e battere la concorrenza.
In questo Speciale vi proponiamo, attraverso il meglio dell’offerta RAI, uno sguardo ravvicinato sullo stato della ricerca nel campo dell’Intelligenza Artificiale, sul ruolo di tecnologie e concetti base come quello delle reti neurali artificiali. Vedremo come si raccolgono i Big Data e perché sono così importanti per far funzionare gli algoritmi di agenti intelligenti e servizi smart. Vi spieghiamo l’infrastruttura della rete e insieme visitiamo i centri di calcolo che costituiscono la base materiale del mondo digitale. Rifletteremo criticamente sull’impatto che le macchine intelligenti hanno, nel bene e nel male, sulla nostra vita quotidiana, sull’arte e sulla musica. E, dato che una macchina intelligente è qualcosa che più o meno assomiglia a noi, vi invitiamo a un dibattito filosofico sulla questione chiave: l’Intelligenza Artificiale è intelligenza vera, simile o addirittura uguale alla nostra?