Il Tour: verso la guerra

100 anni di Storie

Tappe interminabili, regolamenti vessatori, il Tour de France era un vero calvario, come lo definì il ciclista Henri Pélissier: più che uno sport era qualcosa di più simile ad una guerra. Il 28 giugno 1914 alle 3 del mattino sulla linea di partenza del 12° Tour si presentano in 151, solo i più forti arriveranno al traguardo. Ad attenderli 15 tappe e 5.411 chilometri. Poche ore dopo il via, quando i ciclisti sono ancora lontani dal primo traguardo, a Sarajevo, Gavrilo Princip uccide Francesco Ferdinando e la moglie. Inizia così la crisi internazionale che porterà allo scoppio della prima Guerra Mondiale.

Per circa un mese le due strade iniziate quel giorno procedono in parallelo. Il Tour di France del 1914 dura esattamente quanto la crisi di luglio. Mentre si decide il futuro dell'Europa, le diplomazie lavorano freneticamente e gli eserciti si mobilitano, per i tanti appassionati tifosi dello sport, luglio sarà soltanto il mese della gara: quell'impresa eroica fatta di muscoli e nervi, di salite e chilometri di immane fatica.

Durante la competizione molti saranno costretti a ritirarsi come Costante Girardengo, reduce dal Giro d'Italia più massacrante della storia. E' il primo italiano a tentare l'impresa del Tour, ma cadrà alla sesta tappa sui Pirenei. Al traguardo del parco dei Principi arriveranno soltanto in 54.

Il 28 luglio 1914, l'Austria dichiara guerra alla Serbia. Per la Francia il rischio dell'invasione tedesca è alle porte. L'inizio del conflitto coincide con la fine di tante gloriose carriere ciclistiche. Saranno in 48 i corridori, che avevano partecipato al Tour, a perdere la vita in battaglia. Solo nel 1919, si ritornerà a correre lungo un percorso speciale in cui il segno violento della guerra è ancora vivo. L'itinarario del Tour riprende la linea del fronte passando per Strasburgo, simbolo della frontiera riconquistata. Il circuito dei campi insanguinati, è un omaggio alla memoria dei caduti.

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