Eugenio Capozzi. Dal 'compromesso storico' al pentapartito

Piero Craveri. Gli studi storici 

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        Nel video Eugenio Capozzi, professore ordinario di Storia contemporanea dell’Università Suor Orsola Benincasa, intervistato in occasione del Convegno di studi Piero Craveri. Gli studi storici, l’impegno politico, la vita nelle istituzioni, che si è tenuto l’8 e 9 maggio 2025 a Napoli nella sede dell’Università Suor Orsola Benincasa, ricorda lo storico e uomo delle istituzioni Piero Craveri (Torino 1938 - Roma 2023) con particolare riferimento ai suoi studi sulla fase politica italiana che va dal  ‘compromesso storico’ al pentapartito. 

        La riflessione storiografica di Piero Craveri è molto attenta ai rapporti tra classe politica e istituzioni e tra politica, società ed economia. La sua opera più importante sulla storia dell’Italia repubblicana è l’ultimo volume della Storia d’Italia della Utet, pubblicato nel 1995, che è una grande autobiografia di Craveri e una grande biografia dell’Italia repubblicana scritta attraverso la propria autobiografia, come lo sono tutti i libri dei grandi storici. 


        Per Craveri l’Italia del Secondo dopoguerra si è andata ad inserire nei grandi processi di modernizzazione, che coinvolgevano l’intero occidente, a partire da una condizione di strutturale debolezza, resa bene dall’espressione di Giuseppe Galasso “Italia nazione difficile”. 

        L’Italia entra a pieno titolo nei grandi processi di modernizzazione dell’occidente, ma lo fa con particolare fatica. Craveri, che da liberal progressista e fautore dell’economia mista, considera come naturale l’evoluzione degli equilibri politici in Italia dal centrismo al centrosinistra e vede nel centrosinistra la grande occasione per consolidare la modernizzazione italiana, deve registrare nelle sue opere il fallimento di quella possibilità, perché quando il centrosinistra diventa una maggioranza vera e propria si risolve nella stagnazione e in quella che lui ritiene la tendenza inesorabile del potere politico italiano al particolarismo. 

        Con il Sessantotto durissimi conflitti riattivano e rendono più pericolose le tendenze dell’estremismo nel paese, la violenza diffusa e il terrorismo. In questa situazione Aldo Moro, assecondato in parte da Enrico Berlinguer, propone una maggioranza di solidarietà nazionale per affrontare l’emergenza e il il terrorismo. Un progetto che sconta una impossibilità di formare una vera coalizione, a causa della profonda costitutiva ambiguità del Partito comunista, che, sempre con un piede nell’occidente e un altro piede fuori, quando comincia a venire meno il modello sovietico, si rifugia in una comoda posizione di moralismo politico: la diversità, la questione morale, quello che poi diventerà il nucleo centrale della sinistra italiana.  


        La società italiana, nel frattempo, si è sempre più allontanata dal sistema dei partiti ed è  sempre più insoddisfatta. Il pentapartito, che poteva essere l’ultima occasione di salvare in extremis e nello stesso tempo le esigenze di modernizzazione della società e del sistema politico, fallisce. Craxi, che aveva posto il problema di una riforma radicale delle istituzioni e della politica, non riesce a portarla avanti, e così la  cosiddetta prima Repubblica crolla nel 1993 sotto i colpi dell’inchiesta di Tangentopoli. 

        Eugenio Capozzi è professore ordinario di storia contemporanea presso l'Università degli Studi di Napoli "Suor Orsola Benincasa". E' membro del consiglio scientifico della rivista "Ventunesimo Secolo" e della redazione della rivista "Ricerche di Storia Politica". E' membro del comitato direttivo della Fondazione Craxi di Roma e del comitato scientifico della Scuola di Giornalismo "Suor Orsola Benincasa" di Napoli. Fa parte del collegio dei docenti del dottorato di ricerca in Politics: History, Theory, Science. Tra le sue principali pubblicazioni: L’alternativa atlantica. I modelli costituzionali anglosassoni nella cultura politica italiana del secondo dopoguerra (Soveria Mannelli, Rubbettino, 2003); Il sogno di una costituzione. Giuseppe Maranini e l’Italia del Novecento(Bologna, Il Mulino, 2008); Partitocrazia. Il “regime” italiano e i suoi critici (Napoli, Guida, 2009); Le mura della libertà. Dal costituzionalismo all'universalismo liberaldemocratico (Napoli, Editoriale Scientifica, 2011; Innocenti evasioni. Uso e abuso politico della musica pop (1954-1980) (Soveria Mannelli, Rubbettino, 2013); Storia dell'Italia moderata. Destre, centro, anti-ideologia, antipolitica nel secondo dopoguerra (Soveria Mannelli, Rubbettino, 2016).



         

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