Mosca 1980

La seconda Olimpiade mutilata

Il 27 dicembre 1979 l'Unione Sovietica invade l'Afghanistan, appoggiando il governo filorusso nato da un colpo di stato interno avvenuto poco prima. Nuovamente le questioni extrasportive interferiscono con l'organizzazione dei Giochi olimpici. Gli Stati Uniti in risposta a questo attacco infatti chiedono con il presidente Carter di togliere l'organizzazione dei giochi ai russi. Il CIO cerca di mediare, pensando a soluzioni speciali, tra cui quella di gareggiare in modo "denazionalizzato": tutti sotto un'unica bandiera olimpica, mettendo da parte quelle appunto nazionali e celebrando le vittorie in nome del proprio Comitato Olimpico. Si crea un vero braccio di ferro, nessuna proposta viene accettata nè dal paese ospitante, nè dagli Usa, che a questo punto organizzano un boicottaggio, con l'appoggio di diverse nazioni alleate. La spaccatura diventa ufficiale e riflette i due blocchi politici mondiali. Anche all'interno dei singoli paesi si è costretti in alcuni casi a trovare più soluzioni. In Italia il Governo solidarizza con gli Stati Uniti, ma il Comitato Olimpico rimane libero di scegliere se partecipare e alla fine vengono esclusi solo gli atleti facenti parte delle Forze Armate. In Europa si assiste ad una spaccatura, con alcune nazioni che rinunciano e altre che inviano la propria squadra olimpica. Tra i tanti assenti anche la Cina.

Alla fine le nazioni partecipanti risultano 80, 12 in meno dell'edizione precedente di Montreal e addirittura 42 di meno rispetto a Monaco 1972. Un vero e proprio terremoto sportivo che sancisce la seconda edizione dei Giochi cosiddetta "mutilata", di dimensioni maggiori rispetto al boicottaggio africano di quattro anni prima in Canada.

L'edizione si apre con una monumentale cerimonia, 100.000 spetttatori sugli spalti e una manifestazione ideata e diretta dal noto coreografo Yosiph Tumanov. Anche gli spettatori vengono coinvolti, così da creare un'atmosfera ancora più intensa. Nonostante l'assenza di numerose squadre, i Giochi di Mosca alla fine risulteranno con alto tasso tecnico e agonistico. L'assenza statunitense permette a diversi atleti presenti di giocare un ruolo da protagonisti fino a poco tempo prima impensabile. L'ateltica leggera italiana conquista tre medaglie d'oro, con Maurizio Damilano nella marcia 20 km, con Pietro Mennea nei 200 metri piani dopo il record del mondo dell'anno prima nella medesima specialità ai Giochi mondiali universitari di Città del Messico e infine con Sara Simeoni nel salto in alto, dopo avere superato la durissima concorrenza tedesca e sovietica. Una curiosità, con la medaglia di bronzo ottenuta nella staffetta 4x400 piani, l'Italia si ritrova prima nazione occidentale nell'atletica leggera, davanti anche a Germania e Gran Bretagna. Anche altri atleti olimpici italiani conquistano in questa occasione una ribalta internazionale, come Dino Meneghin nel basket, Patrizio Oliva nel pugilato, Ezio Gamba e Angelo Parisi nel judo. Questa edizione è caratterizzata anche da numerosi episodi di arbitraggi e valutazioni da parte di giurie a netto vantaggio degli atleti russi e per i forti sospetti di doping in alcuni casi venuti a galla solo in seguito, i controlli durante la manifestazione non riscontrano nulla. L'Olimpiade
si chiude con la paura di un altro boicottaggio, vista l'assegnazione successiva dei Giochi estivi del 1984 a Los Angeles e del fatto che la politica possa influire da ora in avanti pesantemente anche su tutte le grandi manifestazioni sportive.

Le XXII Olimpiadi di Mosca in numeri:

19 luglio - 3 agosto

80 nazioni partecipanti

5179 atleti in gara

289 atleti italiani presenti

203 gare realizzate