Le Gallerie dell'Accademia

Le Gallerie dell'Accademia di Venezia,  museo autonomo MiBACT, raccoglie la maggiore collezione d'arte veneziana e veneta dal '300 al '700, assieme ad opere prestigiose di altra provenienza, tra cui l'Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci.

Situate ai piedi del Ponte dell'Accademia, in un vasto complesso di edifici storici (Chiesa e Scuola Grande di Santa Maria della Carità, Convento dei Canonici Lateranensi), le Gallerie prendono il nome dall'Accademia di Belle Arti che, nel 1807, si stabilì nella Scuola di Santa Maria della Carità, divenuta, per editto napoleonico, proprietà demaniale. Fino al 2004, l'Accademia ha condiviso la sede con le Gallerie, liberando in seguito spazi poi ristrutturati secondo le esigenze di un moderno museo. Laboratori di restauro, archivi fotografici e parte degli uffici amministrativi delle Gallerie, oggi trovano sede nell'edificio trecentesco della Scuola Vecchia della Misericordia.

Le Gallerie con i capolavori esposti, sono un prolungamento naturale della storia artistica di Venezia. Il museo, sorto durante il lento declino della millenaria Serenissima, è un'istituzione di tipo politico, come nel primo '800 italiano lo sono realtà museali quali le pinacoteche di Milano (Brera) e Bologna.

Con le soppressioni delle congregazioni religiose e delle magistrature (1797), nonché l’annessione di Venezia al Regno Italico (1805), palazzi pubblici ed edifici di culto  furono depredati di moltissime opere e oggetti d'arte. Scelti capolavori andarono a testimoniare l'Europa al Louvre di Parigi, mentre quelli di scuola nazionale, finirono nella Pinacoteca dell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, la nuova capitale del Regno.
A fine '700, l’Accademia di Belle Arti di Venezia (già attiva dal 1750), iniziava ad ospitare opere di scuola veneta soppresse da conventi, chiese e magistrature, per la formazione dei giovani artisti, ma di fatto, diventava un luogo di tutela contro vendite e dispersioni del patrimonio.

Entrano così nel futuro museo i teleri del Ciclo di Sant'Orsola e il Miracolo della reliquia della Croce al Ponte di Rialto di Carpaccio, Processione in Piazza San Marco di Gentile Bellini. In seguito, tra le restituzioni dalla Francia (1815), tornarono anche Convito in casa di Levi di Paolo Veronese e Miracolo dello schiavo del Tintoretto.

Nel 1817, dopo importanti lavori di adeguamento degli edifici storici e degli ambienti, la raccolta fu aperta al pubblico con grande concorso di visitatori. Prestigiosi, doni arrivarono da privati collezionisti veneziani, come il lascito di un gruppo di opere di primitivi da parte di Girolamo Molin (1816), il San Girolamo di Pietro della Francesca e la Vergine tra due sante di Bellini, da Felicita Renier (1850), e i 188 dipinti di Girolamo Contarini (1838), fra cui Madonna degli alberetti di Giovanni Bellini e scene veneziane di Pietro Longhi.
Da metà '800, importanti acquisti incrementarono, il nucleo originario dei capolavori: dalla collezione dell'imperatore Francesco Giuseppe, il San Giorgio del Mantegna, Ritratto di giovane di Memling e La Vecchia di Giorgione.
Nel 1882, viene sancita la definitiva autonomia delle raccolte dalla Scuola e dall'Accademia. Nel 1895, il direttore Giulio Cantalamessa attuava un radicale riordino della galleria dando all'esposizione un ordine cronologico, che tuttoggi la caratterizza. Tra le più notevoli acquisizioni dallo Stato italiano, dopo l'annessione dell'ex Repubblica veneta al Regno d'Italia, nel 1932 entra nel museo La Tempesta di Giorgione.


Gallerie dell'Accademia di Venezia, Campo della Carità, Dorsoduro 1050, 30123 Venezia
SITO UFFICIALE
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©G.A.VE Archivio fotografico - Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (MIBACT), Gallerie dell'Accademia di Venezia