Saul Steinberg Milano New York

Triennale di Milano, dal 15 ottobre al 13 marzo 2022

La Triennale di Milano, in collaborazione con Electa editore, hanno presentato l’attesissima mostra "Saul Steinberg Milano New York", curata da Italo Lupi, Marco Belpoliti e Francesca Pellicciari. L'esposizione nasce da un progetto di ricerca, promosso dalla Triennale, per far emergere alcuni protagonisti della cultura del Novecento che, da Milano, hanno elaborato e sintetizzato l'estetica di un progetto modernista diffuso in larga scala nel secondo dopoguerra. 
Infatti, Saul Steinberg (1914-1999), artista americano di origine rumena, ha soggiornato nell'industriosa capitale del Nord dal 1933 al 1940, laureandosi in Architettura alla facoltà del Regio Politecnico. 

Steinberg non ha mai dimenticato gli anni trascorsi a Milano, il vivace mondo culturale nel quale stringeva importanti rapporti di amicizia con protagonisti della scena di quegli anni, a partire dall'amico fraterno Aldo Buzzi, fino ad Alberto Lattuada, Cesare Zavattini e Giovanni Guareschi 

"Saul Steinberg Milano New York", inizia delineando la singolare formazione artistica del giovane esule rumeno, prima di entrare nello staff del "The New Yorker" (1942) e diventare famoso con le sue vignette di satira tagliente. L'apprendistato infatti, avviene a Milano nelle riviste italiane di satira anni Trenta, prime fra tutte "Il Bertoldo" diretto da Cesare Zavattini, e "Il Settebello" (1933-1939), una palestra fruttuosa per il novello disegnatore umoristico di intelligenza acuta e penetrante. 

In questi anni, Steinberg disegnava città reali assieme ai mille paesaggi immaginari, frutto di straordinari pastiches di elementi urbani composti da cupole romane e fantasie architettoniche, non riconducibili ad un luogo specifico, ma comunque di sapore italiano

Nell’Italia del ventennio fascista, Steinberg vive in un ambiente intellettuale molto stimolante. La Milano anni Trenta, offriva al giovane una cultura visiva e architettonica avanzata, influenzata dalle avanguardie di inizio Novecento e dal modernismo architettonico della Bauhaus. Nel fervente clima intellettuale, accompagnato dalla vivace operosità imprenditoriale, si andava allora definendo il moderno design attorno alla figura dell'architetto Gio Ponti, fondatore della rivista “Domus” e cenacolo di giovani promesse.

L’aria di Milano era ottima, allora e la luce bellissima, e vedevo una cosa che non avevo mai visto, lo svegliarsi tranquillo e silenzioso di una città: gente a piedi, gente in bicicletta, tram, operai
Saul Steinberg

Negli anni Settanta del Novecento, Steinberg dedica a Milano altri disegni di straordinaria intelligenza: raffigura la città come il suo ricordo gli suggerisce, i luoghi di vita nei dintorni del Politecnico e le architetture solennemente novecentesche del Regime, immerse in scenari di grottesca quotidianità febbrile.

Espulso nel 1941 dall’Italia per motivi razziali e tornato in un viaggio rocambolesco negli Stati Uniti, dopo aver fatto anche il carcere, Steinberg si arruola nelle fila dell’esercito americano

Lo scopo era di raccontare attraverso i propri occhi gli eventi del conflitto mondiale in un esteso teatro di guerra, dalla Cina, all'India e al Nord Africa, fino ancora all'Italia.
Nel dopoguerra, a New York, Steinberg incrocia rapporti con artisti internazionali, dall'italiano Costantino Nivola, impiegato da Olivetti a costruire l'immagine del colosso oltreoceano, agli scultori Alexander Calder e Alberto Giacometti, fino all'architetto star del momento, Le Corbusier.

Dotato di un suo segno grafico molto raffinato, Steinberg fece proprie le suggestioni espressive della linea, dalle spiraliformi suggestioni Art Nouveau, alle essenziali espressioni di Matisse e Picasso, ma soprattutto, al grande solitario Paul Klee che l'artista considerava il migliore. La sua linea grafica tuttavia, rimane inconfondibile per l'ingannevole semplicità che assume nelle mani che guidano il suo pensiero, capace di declinare inesauribili e continui esperimenti narrativi 

"Saul Steinberg Milano New York", presenta una ricca varietà di trecentocinquanta opere, fra disegni a matita, penna e pastello, carte realizzate con timbri e acquerelli, maschere di carta, oggetti-scultura, stoffe e collages. Il tutto, documenta l'intensa e multiforme attività artistica di Steinberg che, da disegnatore per riviste, approda a una ricerca concettuale di sapore New Dada, esplicata in manufatti estetici più complessi e funzionali. 


Saul Steinberg, Maschere © Triennale Milano, foto Gianluca Di Ioia

Dopo la pubblicazione del primo di una lunga serie di quasi venti album (Tutti in fila, 1945), Steinberg iniziava una fruttuosa collaborazione con le riviste "Harpeer’s Bazaar", "Life" ed "Encounter", lavori che lo portarono alla notorietà. 
Nella multiforme carriera di Steinberg, non mancarono le scenografie teatrali e i murales, quest'ultimi, decorazioni d'artista tornati alla ribalta in Italia negli anni Trenta per spazi pubblici che, dopo la seconda guerra mondiale trovavano posto nell'architettura moderna internazionale. 
La mostra infatti, ospita un "Mobile" di Calder, proveniente dalla Galleria d'Arte Moderna di Torino, in ricordo della grandissima amicizia suggellata nel 1947, quando Steinberg e lo scultore si trovarono a lavorare fianco a fianco per il nascituro Terrace Plaza Hotel di Cincinnati, assieme a Joan Mirò.


Fototogramma di "Saul Steinberg: l'essenza totemica, 1967

La mostra "Saul Steinberg Milano New York", ospita anche un filmato storico del 1967, prodotto dalla Rai e fatto dal grande giornalista Sergio Zavoli che, nella serie televisiva  "Incontri", intervista Steinberg nell'abitazione di New York, e lo riprende in tempo reale mentre realizza disegni e maschere (Saul Steinberg: l’essenza totemica). 
Zavoli riusciva ad instaurare con l'artista e filosofo un dialogo intimo e profondo sulla vita e la creazione, malgrado pattuiva con Steinberg ferrei tempi e modi dell'intervita: "non più di venti domande, nessun accodo preliminare, no ai rifacimenti e rifiuto di ogni teatralità". 



L’allestimento della mostra, al primo piano della Triennale nella Curva, punto privilegiato del Palazzo dell’Arte progettato da Giovanni Muzio, è disegnato da Italo Lupi, Ico Migliore e Mara Servetto che hanno pensato l'esposizione in un dialogo sensibile con l’architettura del tempo. 
Filtrata da una prima zona fortemente dinamica per la ricca testimonianza fotografica e letteraria allestita sulle pareti, la sala espositiva è risolta con una serie di teche luminose e tavoli orizzontali, ma soprattutto con la grande libreria che segue attentamente la curva dell’emiciclo e ospita le opere mostrate come un potente diorama.
Un colpo d’occhio che sottolinea e non contraddice la comprensione spaziale dell’architettura che, da uno spiraglio lasciato libero, lascia correre lo sguardo verso l’angolo verde del Parco Sempione dove, nella decima Edizione della Triennale, era stato ospitato il "Labirinto", storico monumento firmato BBPR/Steinberg (1954).

Le opere provengono da importanti istituzioni, quali la Saul Steinberg Foundation, il Jewish Museum e la Hedda Sterne Foundation di New York, il Museum of Fine Arts di Boston, nonché da collezionisti e amici di Steinberg, in Italia e all’estero. In questa occasione, viene inoltre mostrata in anteprima parte dell’importante donazione di opere dell’artista che la Biblioteca Nazionale Braidense ha recentemente ricevuto dalla Saul Steinberg Foundation.

Dopo la formula dei due libri-catalogo, Savinio e Rodari "A-Z", Electa ha dedicato a Steinberg un'altra "monografia" in forma enciclopedica per tracciare, attraverso un racconto a più voci, i ritratti inusuali dei maggiori protagonisti della cultura internazionale, o di momenti creativi, con i quali l'artista ha intessuto rapporti professionali e di amicizia. Autori delle voci: Stefano Bartezzaghi, Claudio Bartocci, Marco Belpoliti, Stefano Boeri, Enrico Camporesi, Roberto Casati, Claudio Castellacci, Francesco M. Cataluccio, Alessandro Del Puppo, Giuseppe Di Napoli, Andrea Giardina, Gabriele Gimmelli, Luigi Farrauto, Claudio Franzoni, Nunzio La Fauci, Italo Lupi, Valentina Manchia, Gianfranco Marrone, Silvia Mazzuchelli, Francesco Memo, Simonetta Nicolini, Francesca Pellicciari, Giuseppe Ricuperati, Stefano Salis, Marco Sammicheli, Alessandra Sarchi, Mario Tedeschini Lalli, Achille C. Varzi, Riccardo Venturi, Giovanni Carlo Federico Villa, Alessandro Zaccuri.

INFO
Saul Steinberg Milano New York
15 ottobre 2021 – 13 marzo 2022
Triennale di Milano - Electa editore
A cura di: Italo Lupi, Marco Belpoliti con Francesca Pellicciari
Progetto di allestimento: Italo Lupi, Ico Migliore, Mara Servetto