La città del Leone. Brescia nell'età dei Comuni e delle Signorie

Una mostra inaugura le celebrazioni della Capitale della Cultura 2023

Bergamo e Brescia si avvicinano a grandi passi all’appuntamento con il 2023 quando saranno, a braccetto, Capitale Italiana della Cultura.

Il Museo di Santa Giulia di Brescia inaugura le celebrazioni con la mostra La città del Leone. Brescia nell’età dei Comuni e delle Signorie. 
Si tratta di una grande rassegna a cura di Matteo Ferrari, ricercatore all'École Pratique des Hautes Études di Parigi, che attraverso 120 opere ripercorre la storia delle origini e dell’identità della città alla scoperta di aspetti inediti e sconosciuti del suo passato.


Fino al 29 gennaio 2023 si indaga per la prima volta su una fase storica fondamentale per la costituzione dell’identità della città e del suo territorio, prendendo in esame un arco cronologico che parte dalla seconda metà del XII secolo, epoca in cui compaiono le prime tracce delle istituzioni civiche comunali, al 1426, anno della dedizione a Brescia alla Repubblica di Venezia.

Raccontare Brescia medievale in una mostra è un’impresa ardua - afferma il curatore Matteo Ferrari - Molto è andato distrutto, molto altro è attestato soltanto attraverso testimonianze d’archivio, molto ancora non può essere esposto per ragioni d’ingombro o di conservazione. Attraverso una selezione di pezzi diversi per natura e formato (diplomi imperiali e registri amministrativi, pitture murali e su tavola, monete e sigilli, sculture e oreficerie), molti dei quali ignoti al grande pubblico, è stato però possibile tessere, per la prima volta, un suggestivo percorso attraverso tre secoli di storia, mettendo l’accento tanto sugli avvenimenti di cui la città è stata protagonista, quanto sugli uomini e le istituzioni che, attraverso la loro attività di governo e di committenza artistica, ne hanno forgiato la fisionomia e l’identità”.


Dalla nascita del Comune fino all’ingresso di Brescia nell’orbita veneziana. 
Primo significativo appuntamento del programma di Bergamo-Brescia capitale italiana della Cultura, la mostra vuol preparare la città ad acquisire consapevolezza del proprio passato svelandone aspetti inediti e sconosciuti attraverso il racconto di un periodo storico segnato da importantissime trasformazioni in cui la città crea la sua forma e la sua identità dal punto di vista architettonico e anche sul versante politico, affermando il suo primato nel territorio. Esplorando l'origine e l'evoluzione di quegli elementi che ne hanno forgiato il carattere, nella mostra si indaga la nascita di alcuni simboli civici arrivati fino ai nostri giorni: dallo stemma del leone rampante, vero emblema identitario urbano reso celebre da Carducci che lo associò all’eroismo della città martire delle Dieci giornate, fino ai culti civici dei santi Faustino e Giovita, alle Sante Croci e alla figura della Vergine, che ha una posizione centrale nella devozione civica di Brescia medievale; simboli, questi, che ritmano tutt’ora il calendario delle festività cittadine.

La mostra narra le vicende della città e del suo territorio nel corso di tre secoli cruciali attraverso sculture, pitture, documenti d’archivio e manoscritti miniati, monete e oreficerie.

Un racconto nel quale anche le istituzioni religiose sono protagoniste, basato su opere provenienti da fondi archivistici, bibliotecari e museali della città e del territorio, che valorizzano il ricco patrimonio locale con prestiti che per ragioni conservative solo eccezionalmente possono essere esposti al pubblico, come i materiali pergamenacei e cartacei, o legate al culto, come i preziosi reliquiari delle Sante Croci e la Croce del Campo provenienti dal tesoro della cappella delle Sante Croci di Brescia. Questo nucleo è poi arricchito da alcuni fondamentali apporti provenienti da istituzioni italiane ed estere, consentendo di evocare in mostra altri episodi e nomi legati al periodo storico analizzato, come la cappella di San Giorgio in Broletto con le pitture di Gentile da Fabriano, presente in mostra con La Madonna dell’umiltà, prestito del Museo Nazionale di San Matteo di Pisa.
 
Gentile da Fabriano, Madonna dell’Umiltà, 1420-1423, Pisa, Direzione Regionale Musei della Toscana - Museo Nazionale di San Matteo. ©Pisa, Museo Nazionale di San Matteo. 

Accanto a opere di pittura e scultura in mostra ci sono anche prodotti più insoliti, dal valore documentario evidente: dai registri d’archivio ai diplomi imperiali spesso connotati da componenti estetiche di rilievo come le matrici di sigillo e le monete sulle quali sono riprodotte anche l’effigie del leone e quella dei santi patroni, anche questi fruibili per la prima volta dai visitatori.