Paolo Nelli, Il terzo giorno

La prima indagine del commissario Colasette

Il cinquantenne commissario Colasette è stufo di combattere con superiori presuntuosi e incompetenti, si sente pronto alle dimissioni e si diverte solo a lavorare con giovani colleghi a cui può insegnare il mestiere. Il caso che deve dirimere nei giorni di Pasqua è parecchio spinoso: tre corpi ritrovati sulle scale di un palazzo, un giovane in coma, un ragazzo nudo con delle ali disegnate sulla schiena, una donna con la casa piena di opere d’arte religiosa e un crocefisso come possibile arma del delitto. Il terzo giorno, La prima indagine del commissario Colasette di Paolo Nelli (La nave di Teseo) introduce sulla scena letteraria una figura di poliziotto piena di sfaccettature, contornata da personaggi altrettanto credibili; entra a Colle Ventoso, un piccolo paese lombardo, ce ne fa sentire gli umori, ne ricostruisce le dinamiche interne; utilizza il giallo come specchio della realtà italiana di oggi. Mentre il commissario indaga insieme alla fida agente Bercalli (e scopre di essere più attratto da lei che da Luna, la ventottenne con cui vive, che d’altra parte lo sta lasciando senza che lui la trattenga), Irene, ex bambina molestata dal padre che è diventata assistente sociale, porta avanti un’inchiesta parallela perché conosceva uno dei morti. Un racconto ancorato alla realtà e pronto per una trasposizione cinematografica o televisiva.

“E lei invece,” comincia Bercalli come a riprendere un discorso lasciato in sospeso, “perché uno come lei è entrato nella polizia?.” “Uno come lei,” ripete Colasette. Se mai scrivesse un’autobiografia l’intitolerebbe così, Uno come lei. Quante volte le persone si sono rivolte a lui in quel modo. Uno come lei dovrebbe… non dovrebbe… è sprecato… merita di più… uno come lei. “Le interessa davvero?” Si limita a chiedere. “Lei è un uomo e io una donna, quindi ho la fortuna di essere geneticamente più predisposta all’intelligenza. Questo a parte, in lei vedo molte cose simili a me.” “Con una quindicina di anni di meno.” “Una ventina,” puntualizza Bercalli. “Ma ha così paura dell’età?” “Preferirei avere la sua. Colpa di una poesia. Da ragazzo ho letto una poesia di Pasolini. Leggere Pasolini in seminario. Curioso, no? Una faccenda di studenti e poliziotti, borghesi e proletari. E mi è entrato in testa che dovevo diventare poliziotto.” 


Paolo Nelli, nato nel 1968, vive a Londra. Ha fatto diversi lavori e ora insegna Lingua e Cultura italiana al King’s College London. Ha pubblicato racconti e romanzi, tra i quali il suo primo La fabbrica di paraurti (1999), e il suo ultimo Trattato di economia affettiva, uscito nel 2018 per La nave di Teseo. È tra i fondatori e organizzatori del FILL, Festival of Italian Literature in London.