Addio a Luisa Adorno
L'autrice di L'ultima provincia
Il 2 agosto avrebbe compiuto cento anni la scrittrice Luisa Adorno, scomparsa il 13 luglio. Il suo vero nome era Mila Curradi: nata a Pisa, insegnante in scuole medie e superiori, da ragazza collabora con Il Mondo di Mario Pannunzio, Paragone, L'indice dei libri del mese, Abitare. Con i suoi romanzi, scritti dopo il trasferimento in Sicilia per il matrimonio e caratterizzati da un’inconfondibile ironia, vince numerosi premi: nel 1985, con Le dorate stanze, il premio Prato-Europa e il premio Pisa; nel 1990, con Arco di luminaria, il Premio Viareggio e il premio Racalmare-Leonardo Sciascia; nel 1995, con Come a un ballo in maschera, il Premio Donna Martina Franca; nel 1999, con Sebben che siamo donne il premio Vittorini. Ha scritto anche L'ultima provincia (1963), La libertà ha un cappello a cilindro (1993), Foglia d'acero: il diario ritrovato (2001), Tutti qui con me (2008). Riceve dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi l'onorificenza di grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana nel giugno 2001.
L'incipit dell'Ultima provincia, in cui mette in scena i personaggi del suocero prefetto siciliano e di sua moglie:
L'incipit dell'Ultima provincia, in cui mette in scena i personaggi del suocero prefetto siciliano e di sua moglie:
Rare sono le volte in cui il Prefetto parli senza esservi costretto. rarissime le volte in cui la Prefettessa, essendovi costretta, riesca a farlo. Eppure per chi entra in casa loro è addirittura impossibile continuare a ignorare quello che successe a Bosco Canniti. Questo non perché l'argomento li faccia diventare loquaci, ma perché essi hanno in proposito abdicato ad ogni ricerca d'espressione in favore di Concetta, che, di quei fatti, considerano l'interprete ideale. «Quann'eramo a Bosco Canniti... » comincia e trova ogni volta nei padroni, che c'erano, che sanno già tutto, il pubblico più attento.