Ribelli al confino

Resistenza e poesia nel fumetto di Maurizio Ribichini

Ribelli al confino, storia a fumetti scritta e disegnata da Maurizio Ribichini a partire da un antefatto dello scrittore Wu-Ming 1 (pure incluso nel volume), è un notevole lavoro di ricostruzione storica e immaginazione pubblicato da ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti), e nato grazie alla collaborazione con il Centro di ricerca e documentazione sul confino politico e la detenzione Isole di Ventotene e Santo Stefano e al sostegno della Regione Lazio. Il progetto comprende anche una mostra storica sul Confino di polizia che sarà portata nelle scuole italiane insieme al libro.

Lampedusa, Ustica, Pantelleria, Lipari, Favignana, Ponza, Tremiti e Ventotene erano le isole di confino in cui dal 1926 al 1943 il regime fascista spediva a forza oppositori politici (o presunti tali), omosessuali, credenti di fede diversa da quella cattolica, persone di etnia Rom, levatrici accusate di procurato aborto, trafficanti di valuta, soggetti coloniali (libici, etiopi, ecc), e chiunque fosse anche solo denunciato di atti completamente innocui come raccontare barzellette sul Duce o sul regime o mancare di partecipare alle feste del calendario fascista.

Per condannare un oppositore politico il Tribunale Speciale necessitava di un processo e di una sentenza. Per mandarlo al confino, no. Il confino di polizia era una misura amministrativa preventiva, non operava in campo penale, quindi molto più flessibile e snella nelle procedure. Non erano necessarie prove, bastava il semplice sospetto sulla base di denunce anche anonime – Dalla postfazione storica di Anthony Santilli in appendice al volume


Tra gli innumerevoli confinati che hanno abitato queste prigioni a cielo aperto ci furono anche Sandro Pertini, in seguito settimo presidente della Repubblica Italiana e tra i fondatori dell’ANPPIA; Giuseppe Di Vittorio, tra i più importanti attivisti della storia del sindacalismo italiano; Ernesto Rossi, Altiero Spinelli e Eugenio Colorni, che redassero il celebre Manifesto di Ventotene; ma anche molte donne tra cui Camilla Ravera, Adele Bei e Maria Baroncini. I confinati e le confinate nonostante tutte le misure restrittive riuscirono ad auto-organizzarsi in moltissimi modi: dalle riunioni clandestine alle proteste contro maltrattamenti e violenze, dalle mense politiche autofinanziate ai lavori nelle botteghe artigiane, fino alle biblioteche, che permettevano di far circolare non solo letteratura ma anche letture proibite, come la celebre copia del Manifesto del partito comunista che girava con la finta copertina de I tre moschettieri di Alexandre Dumas. Tutto questo e moltissime altre informazioni storiche si possono leggere nella ricca e molto ben articolata appendice al volume a cura di Anthony Santilli.

È un progetto a cui teniamo molto, perché ci dà la possibilità di far conoscere ai giovani soprattutto, ma non solo, uno degli strumenti con cui il regime fascista puniva i suoi oppositori, e che non troppo tempo fa un ex primo ministro della Repubblica definì una “vacanza”: il confino. Questa mostra e questo fumetto ci raccontano che non era così, anzi che non c'era niente più lontano dal confino di una vacanza: esso significava fame, isolamento dagli affetti, privazione della libertà; esso doveva servire ad arginare idee e pensieri considerati pericolosi e escludere e isolare gli antifascisti dalla vita politica e sociale del Paese – Dalla prefazione di Spartaco Geppetti, Presidente ANPPIA nazionale


Il fumetto di Maurizio Ribichini racconta l’incontro sull’isola di Ventotene tra uno dei confinati dell’epoca, Giulio Stramucci, antifascista che tra carcere e confino passò ben 13 anni della sua vita, e un ragazzino figlio del presente, Pietro. Il luogo è lo stesso ma la dimensione temporale è sospesa, e mentre Giulio sta cercando di scappare dal confino, Pietro cerca invece di incontrare una ragazza che è andata sull’isola a trascorrere il ferragosto. Passato e presente si incontrano, e i mostri di Giulio sono un’occasione per Pietro per capire chi siano invece i mostri di oggi, in qualunque forma, più o meno subdola, si manifestino. 

Colpisce del lavoro di scrittura di Ribichini innanzitutto la naturalezza della narrazione, mai didascalica, e anzi dotata di un equilibrio praticamente perfetto tra realtà e immaginazione, tra detto e non detto: è il lettore a intuire, dopo aver seguito uno per uno i sassolini che l’autore semina durante tutta la storia senza il minimo clamore ma nei punti giusti, lasciando a chi legge da una parte l’emozione di cogliere la poesia del racconto, dall’altra la sensazione di essere coinvolto nella stessa indignazione e lotta alle ingiustizie, così per il passato come nel presente.

Ricordati sempre che i mostri non muoiono, quello che muore è la paura che ti incutono. Così è degli dei. Quando i mortali non ne avranno più paura, gli dei spariranno – Cesare Pavese, Dialoghi con Leucò, citato da Maurizio Ribichini in esergo al fumetto Ribelli al confino


E naturalmente una menzione particolare merita il disegno: uno dei migliori autori del fumetto underground italiano torna con un monocromatico acquarello e china e con il suo inconfondibile tratto, in costante equilibrio tra incertezza e grazia. Il susseguirsi di vignette coi protagonisti in movimento tra nascondigli e fughe, che riportano alla condizione di clandestinità e di pericolo dei confinati, si alternano a momenti di pausa dal respiro più ampio, che permettono la riflessione e il confronto tra i due personaggi, e a Ribichini di soffermarsi su volti e ambienti. Particolarmente ispirata e visivamente potente la raffigurazione del sogno di Pietro, felice sintesi visiva tra la biografia di Stramucci, i mostri del regime fascista, il dio Nettuno e le famose sirene che secondo la leggenda incantarono Ulisse proprio presso l’isola di Ventotene, e che Pietro/Ribichini immagina come un energico gruppo rock.

Per gentile concessione dell’autore pubblichiamo in anteprima alcune illustrazioni e tavole contenute in Ribelli al confino.


Maurizio Ribichini ha pubblicato fumetti su Il Cuore, Tank Girl Magazine, Orme, Blue, Schizzo, StripBurger, Nonzi, Lolabrigida, Carta, La Nuova Ecologia. Ha lavorato come illustratore per Il Messaggero, Il Manifesto e L’Unità, Magic Press, Salani, Bonacci Edizioni, Edizioni Interculturali, Costa&Nolan, Derive&Approdi, Carta, Mondadori. Ha collaborato con il periodico Accattone e Inguine Magazine. Ha pubblicato con Rasputin!Libri la raccolta a fumetti Le Straordinarie Avventure Qualsiasi. Pubblica una seconda raccolta di storie a fumetti dal titolo Storie Fragili edita dal Centro Fumetto Andrea Pazienza. Con La Nuova Ecologia ha realizzato una serie di reportage a fumetti sul tema dell’ambiente. Ha tenuto diversi workshop e corsi di fumetto; a Seul con il Comicon; a Cremona con il Centro Fumetto A.P.; a Dakar, al Municipio del Grand Dakar con Africa&Mediterraneo; a Sarzana con l’A.N.P.I.; a Roma nelle scuole elementari con il progetto Chi ha paura dell’Uomo Nero?. Ha realizzato i disegni per le animazioni per il documentario Bimba col Pugno chiuso con il gruppo di registi Todomodo e con il quale ha vinto il Grand Prix al Festival Du Cinema Italien di Annecy.