Umberto Nobile: ingegnere aeronautico, progettista, costruttore, generale pilota, professore universitario, esploratore polare e conquistatore del Polo Nord. Così lo definisce il giornalista Gianni Bisiach, autore di intense inchieste sui viaggi polari del generale italiano. La sua storia comincia agli inizi del 1911 quando prende parte ad un concorso bandito dall’allora Ministero della guerra per accedere ad una scuola di costruzioni aeronautiche situata a Roma. Con lo scoppio della guerra si arruola e viene assegnato al Genio civile, proprio allo stabilimento militare di costruzioni ed esperienze aeronautiche e comincia a lavorare al progetto di un dirigibile di 2600 metri cubi. Alla fine del conflitto, promosso direttore, gli viene ordinato di smantellare lo stabilimento e invece, come farà Enrico Mattei nel 1945 con l’Agip, lo rilancia. A fronte della perdita delle ingenti commesse dell’Esercito e della Marina militare, Nobile decide di indirizzare la produzione verso applicazioni civili: progetta e realizza nuovi tipi di aeronavi per l’Italia e per l’estero. Riesce ad eliminare gravi difetti nei modelli dell’epoca: poca compattezza di struttura, fragilità di alcune parti, velocità troppo bassa e scarso rendimento. Tra il 1919 e il 1920 realizza il T-34 (abbreviazione di Transatlantico da 34000 metri cubi oppure Tonnellate 34), poi ufficialmente chiamato il Roma, venduto dal governo italiano all’esercito degli Stati Uniti. Nel frattempo, l’esploratore norvegese Roald Amundsen sceglie il dirigibile, definito “più veloce dell’aria”, come mezzo per il suo progetto di sorvolare per la prima volta il Polo Nord. Ne acquista dunque uno di quelli realizzati dal costruttore italiano e sceglie lo stesso Nobile come pilota del dirigibile N-1, ribattezzato Norge in onore della Norvegia. La spedizione parte il 10 aprile del 1926 e arriva a sorvolare il Polo e a percorrere complessivamente 13000 km. L’impresa e il ruolo svolto da Nobile vengono accolti in patria con grande enfasi, Mussolini gli conferisce la nomina di generale. Si comincia a pensare, anche sulla spinta della gloria fascista, ad una nuova spedizione polare, questa volta con un’aeronave battente bandiera italiana. Per l’occasione si procede a finalizzare il progetto di un nuovo dirigibile da 55000 metri cubi, denominato Italia, tre volte più grande del Norge. L’obiettivo è quello di compiere una serie di voli polari esplorativi, porre la bandiera italiana al Polo e allestire un campo base di studio e di misurazione delle temperature. Nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1928, dopo diversi problemi organizzativi, finalmente il dirigibile Italia parte da Milano e il 24 maggio 1928 raggiunge il Polo Nord. E’ l’inizio di una drammatica sorte. A causa di condizioni metereologiche avverse il dirigibile perde la via del ritorno e si schianta. Si susseguono una serie di terribili eventi legati ai tentativi di salvare l’equipaggio per i quali Umberto Nobile viene condannato al suo ritorno in Italia a dimettersi da tutte le cariche e lascia nel 1929 l’Aeronautica. In seguito costruisce dirigibili in Unione Sovietica. Nel 1945 viene riammesso in Aeronautica. Nel 1946 è eletto all’Assemblea Costituente da indipendente nelle liste del partito comunista. Successivamente si dedica alla costruzione della memoria attraverso la pubblicazione di libri sulle sue imprese e la partecipazione a numerose inchieste televisive. Muore a Roma nella sua casa di via Sabotino nel 1978, all’età di 93 anni, rimanendo fino alla fine fiero della sua carica di generale e della fama di conquistatore del Polo Nord.