"Una questione privata". I Taviani e la guerra partigiana

A 100 anni dalla nascita di Beppe Fenoglio

Il romanzo che tutti avevamo sognato [...], il libro che la nostra generazione voleva fare

Così Italo Calvino commenta il romanzo di Beppe Fenoglio Una questione privata. Pubblicato postumo nel 1963, a due mesi dalla morte dell’autore, questo romanzo breve consegna ai lettori un’immagine intensa di quella che fu, per Fenoglio, la Resistenza partigiana. In occasione del centenario della nascita dello scrittore, il 1° marzo 1922, Rai Cultura ripropone la visione del film del 2017 dei fratelli Taviani, tratto dal libro di Fenoglio che è anche l'ultima pellicola firmata da Vittorio Taviani che muore a pochi mesi dall'uscita del film. 



La vicenda è ambientata nel novembre del 1944, negli ultimi mesi della Seconda guerra mondiale e al culmine della guerra civile tra partigiani e nazifascisti. Nel corso di una ricognizione nella cittadina piemontese di Alba, Milton - il protagonista - si ritrova casualmente davanti alla villa di Fulvia, una ragazza torinese bella e capricciosa, che era stata sfollata lì da Torino, la casa dove abitava prima dello scoppio della guerra. Da studente universitario Milton aveva cominciato a frequentare la villa di Fulvia insieme all’amico Giorgio Clerici e, innamoratosi di Fulvia, aveva cominciato a scriverle lettere d’amore senza mai arrivare a dichiararsi esplicitamente.

L'anziana governante della villa gli permette di entrare per rivedere i luoghi dei suoi incontri con la ragazza ed è sempre lei che, involontariamente, gli rivela che, nell’estate del 1943, quando Milton era già partito per l’esercito, Fulvia e Giorgio si sono frequentati a lungo, prima in casa e poi con appuntamenti lontani da sguardi indiscreti. La scoperta rende Milton geloso ed angosciato. La sua idea fissa diventa scoprire la verità sui rapporti tra i suoi due amici. Inizia quindi a cercare Giorgio, anche lui partigiano dopo l’8 settembre 1943. Il  viaggio solitario di Milton tra le colline che circondano  Alba, Mango e Santo Stefano Belbo è reso difficile dalla pioggia e dal fango. Giunto al comando della brigata scopre che Giorgio è stato fatto prigioniero dai fascisti.

Preoccupato più di non riuscire a sapere la verità su Fulvia che della sorte dell’amico-rivale, Milton pensa che la sua ultima speranza sia di organizzare uno scambio di prigionieri: un fascista per avere indietro Giorgio e scongiurare la sua fucilazione. Nonostante sia malato e debole, decide di procurarsi da solo un uomo da scambiare con l’amico. Individua la sua vittima in un sergente fascista che tutti i pomeriggi va a far visita ad una ragazza. Lo cattura in un agguato, lo disarma e cerca di rassicurarlo sulle proprie intenzioni. Ma questi, spaventato, prova a scappare e Milton gli spara uccidendolo. Così tramonta l’ultima speranza di salvare Giorgio e scoprire la verità su Fulvia. Ossessionato dal ricordo di Fulvia, Milton decide di tornare alla villa della ragazza. Sorpreso da un rastrellamento, inizia una fuga disperata che termina all’ingresso del bosco, quando Milton crolla a terra.



I romanzi di Fenoglio sulla Resistenza, come quelli di Italo Calvino (Il sentiero dei nidi di ragno, 1947) ci propongono una lettura priva di retorica e mettono a nudo tutte le contraddizioni umane in gioco. Paolo e Vittorio Taviani affrontano il tema del romanzo con rispetto: la narrazione procede puntellata dagli episodi cruciali che mostrano con realismo gli snodi narrativi del romanzo e le battaglie interiori dei protagonisti. E' evidente la profonda conoscenza, da parte dei registi, dei fatti storici che stanno raccontando. Il centro della narrazione resta comunque "la questione", ovvero l'incertezza dell'amore (o piuttosto l'ossessione?) di Milton per Fulvia. 

Presentato al Toronto International Film Festival e alla Festa del Cinema di Roma, il film dei fratelli Taviani ha diviso la critica tra favorevoli e delusi.