“Segno di contraddizione” è il titolo di un libro scritto dal cardinale Karol Wojtyla, che raccoglie gli esercizi spirituali da lui tenuti alla Curia Romana e a Paolo VI, nel marzo del 1976.
A ricordare l’episodio, è lo stesso Giovanni Paolo II, che nel suo secondo libro di memorie intitolato Alzatevi, Andiamo! scrive: "Nella fase preparatoria c’era stato un problema. All’inizio di febbraio mi telefonò monsignor Władysław Rubin, comunicandomi che il pontefice mi pregava di predicare gli esercizi spirituali in marzo. Avevo a disposizione appena venti giorni per preparare i testi e per tradurli. Il titolo che poi diedi a quelle meditazioni fu Segno di contraddizione".
Wojtyla non poteva certo immaginare che due anni dopo, il 16 ottobre del 1978, sarebbe diventato Papa. Né poteva immaginare che il suo pontificato si sarebbe rivelato un “segno di contraddizione”, dividendo nettamente il fronte dei fedeli in due fazioni: i suoi estimatori e i suoi critici.
I cento anni dalla sua nascita, avvenuta a Wadowice il 18 maggio 1920, sono quindi l’ennesima occasione per dedicarsi all’analisi di un lungo e complesso pontificato. Wojtyla ha guidato la chiesa ancora alle prese con l’eredità post conciliare e l’ha condotta nel terzo millennio. Un percorso segnato da alcuni avvenimenti di portata epocale: l’attentato a piazza San Pietro, il crollo del muro di Berlino, la Guerra del Golfo e l’attentato alle Torri gemelle. Ma soprattutto il suo lungo pontificato è stato segnato da polemiche e scontri con una parte della Chiesa.
Perfino la sua stessa beatificazione avvenuta a tempo di record nel 2011, a opera del suo successore Benedetto XVI, è stato motivo di scontro.
Wojtyla si era spento da appena due mesi, il 2 aprile del 2005, quando Ratzinger derogando al codice di diritto canonico che stabilisce il termine di cinque anni dalla morte per l’apertura del procedimento, avviò il processo di canonizzazione.
Wojtyla salirà all’onore degli altari nel 2014, grazie alla proclamazione di Papa Francesco.
I suoi detrattori non gli perdonano, l’opaca gestione dello Ior e la mancata estradizione del suo presidente Paul Marcinkus coinvolto nel crack del Banco Ambrosiano; l’aver limitato fortemente la libertà di ricerca teologica, punendo, marginalizzando e riducendo al silenzio, teologi, teologhe e studiosi non "in linea"; l’aver valorizzato i movimenti a guida carismatica e verticistica a detrimento del tradizionale associazionismo cattolico a guida democratica; non aver affrontato con la necessaria energia i numerosi abusi sessuali di cui si sono macchiati esponenti della gerarchia ecclesiastica; l’indisponibilità ad aprire un dibattito sulla condizione della donna nella Chiesa e il continuo rinvio dell’attuazione dei principi di collegialità nel governo della Chiesa romana, malgrado le delibere del Concilio Vaticano II.
Tuttavia anche i suoi detrattori gli riconoscono di aver operato in maniera profetica e innovativa su alcuni importanti terreni.
Aver lottato contro il comunismo accelerandone la caduta, grazie soprattutto all’appoggio dato al sindacato polacco Solidarnosc e al suo leader Lech Walesa; essersi schierato decisamente contro ogni guerra, in special modo quella del Golfo; aver avuto la forza di costruire un nuovo rapporto con gli ebrei grazie alla sua storica visita alla sinagoga di Roma nel 1986, e a Gerusalemme nel marzo del 2000; aver avuto la capacità di riunire i principali leader religiosi ad Assisi per pregare comunitariamente per la pace.
Rai cultura dedica a questo grande pontefice uno speciale che raccoglie alcune puntate sulla sua vita e sul suo pontificato.