La Seconda Guerra mondiale si conclude in Europa ufficialmente l’8 maggio 1945 con la sconfitta della Germania e la sua resa incondizionata alle forze Alleate. Nel 1949 il paese viene suddiviso in quattro zone di occupazione, amministrate dalle principali potenze vincitrici della guerra: Unione Sovietica, Stati Uniti d’America, Gran Bretagna e Francia. Pochi mesi dopo vengono fondati i due nuovi stati tedeschi: la Repubblica Federale ad Ovest e la Repubblica Democratica ad Est. Lo stesso accade con la città di Berlino, posizionata all’interno del blocco controllato dai sovietici, che di fatto però si ritrova divisa tra Est, sotto la gestione dei russi e Ovest, sotto quella inglese, francese e americana. Inizialmente la circolazione dei cittadini delle due parti di Berlino è consentita, ma le enormi differenze delle condizioni di vita portano migliaia di persone a riversarsi nella parte occidentale. Si calcola che tra il 1949 e il 1961 due milioni e mezzo di persone fuggono dalla parte orientale. Per questo motivo e anche a causa dell’inasprirsi della Guerra fredda i movimenti vengono limitati, fino alla chiusura del confine nel 1952. Questo tuttavia non è sufficiente a bloccare l’esodo e così nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 a Berlino i soldati della Germania dell’Est iniziano indisturbati la costruzione di un muro di cemento armato. Vengono divisi palazzi, scuole, addirittura cimiteri. Nessuno può più trasferirsi da Est a Ovest, se non dietro presentazione di un permesso. Vengono costruite torrette presidiate dai soldati di frontiera armati e con l’ordine di sparare a chiunque si avvicini irregolarmente, viene applicato sopra e intorno al muro il filo spinato alimentato con corrente ad alta tensione e successivamente verranno applicate anche mine antiuomo. Un anno dopo, nel 1962, viene eretto un secondo muro parallelo al primo a circa dieci metri di distanza e questo spazio costituisce la cosiddetta “striscia della morte”, all’interno della quale i soldati hanno l’ordine di sparare a chiunque ci si trovi. Nei ventotto anni di presenza del Muro a Berlino, circa 5000 persone riescono a passare all’Ovest con numerosi stratagemmi, molti vengono arrestati, 138 persone, secondo le cifre ufficiali, uccise durante il tentativo di fuga. Nel 1985 Michael Gorbaciov diventa segretario del Partito Comunista dell'Unione Sovietica e inizia un programma di riforme e trasparenza che porterà alla restituzione della sovranità ai paesi del blocco orientale. Il 23 agosto 1989 l’Ungheria rimuove le sue restrizioni al confine con l’Austria, è questo il primo segnale di trasformazione. Cominciano le manifestazioni di massa contro il governo della Germania Est, è l’inizio della fine. Il 9 novembre 1989 viene convocata una conferenza stampa per annunciare l’immediata apertura del confine con Berlino Ovest. Improvvisamente decine di migliaia di berlinesi della parte Est si precipitano in strada e le guardie di confine, che non hanno ordini a riguardo, sono costrette ad aprire i check point, avviando un vero e proprio esodo. Il Muro viene preso a picconate e in poche settimane distrutto del tutto. E’ la fine di un’epoca e di quello che lo storico Eric Hobsbawm definisce “Il secolo breve”.