Centocinquanta anni fa nasceva in Sardegna Grazia Deledda. Lo Speciale di Rai Cultura ne illustra la biografia, i luoghi, la straordianaria carriera letteraria che la portò, unica donna italiana, all'assegnazione del Premio Nobel.
Grazia Deledda nasce a Nuoro il 28 settembre del 1871 da una famiglia agiata. Frequenta le scuole elementari senza completarle, studia prima con la madre, poi con un professore e infine da autodidatta. Comincia a collaborare con riviste sarde e romane, pubblicando racconti e saggi sulle tradizioni popolari sarde. La morte del padre e della sorella negli anni novanta segnano un momento duro per la famiglia. Nel 1899 conosce a Cagliari Palmiro Madesani, un funzionario del Ministero dell’Interno che un anno dopo diventa suo marito; hanno due figli e lui lascia il lavoro per diventare il suo agente letterario. Nel 1900 si trasferiscono a Roma. Nel 1903 pubblica Elias Portolu, storia di una famiglia di allevatori sardi; tra il 1904 e il 1913, pubblica Cenere, da cui viene tratto un film interpretato da Eleonora Duse, L’edera, Sino al confine e Canne al vento. Le sue opere vengono tradotte all’estero e D.H. Lawrence scrive la prefazione alla versione inglese de La madre (1920). Nel 19267 riceve il Premio Nobel per la letteratura 1926 (che non era stato assegnato), con la seguente motivazione: “per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano”. Muore nel 1936 per tumore al seno, viene seppellita al Verano, poi le sue spoglie vengono portate nella chiesa della Madonna della solitudine a Nuoro. La sua casa natale, nel centro storico di Nuoro è diventata un museo.