Franco Angeli, Tano Festa, Mario Schifano. Tre pittori visionari e inquieti, legati da una forte sintonia, capaci di sconvolgere la scena dell’arte italiana di quel decennio. Il loro ritrovo abituale è il Caffè Rosati, affacciato su Piazza del Popolo. Il loro regno è la Roma antica e affascinante di Piazza di Spagna, Via Margutta e Piazza del Popolo. Ma sono attirati e influenzati anche dalla modernità, che scoprono nella frenesia di Via Veneto, tra alberghi, uffici, stranieri e colletti bianchi.
Sono convinti che la cultura e l’arte possano davvero cambiare il mondo. Vogliono mutare lo sguardo, sovvertire l’immaginario, incidere sul reale.
lo stile e l’arte degli anni '60 visti da due punti diversi: Roma e Londra.
In primo piano Franco Angeli, Tano Festa, Mario Schifano, protagonisti del documentario “Ombre elettriche” i Giuseppe Sansonna, prodotto da Rai Cultura, con la consulenza scientifica di Alessandro Masi.
Tre pittori visionari e inquieti, legati da una forte sintonia, capaci di sconvolgere la scena dell’arte italiana di quel decennio. Il loro ritrovo abituale è il Caffè Rosati, affacciato su Piazza del Popolo. Il loro regno è la Roma antica e affascinante di piazza di Spagna, Via Margutta e Piazza del Popolo. Ma sono attirati e influenzati anche dalla modernità, che scoprono nella frenesia di Via Veneto, tra alberghi, uffici, stranieri e colletti bianchi. Sono convinti che la cultura e l’arte possano davvero cambiare il mondo. Vogliono mutare lo sguardo, sovvertire l’immaginario, incidere sul reale. Un documentario realizzato grazie ai materiali delle Teche Rai che danno voce ai tre pittori, ma anche ad altri grandi artisti di quegli anni: Andy Warhol, Marco Ferreri, Giorgio Franchetti. Interviste originali ad Achille Bonito Oliva, Laura Cherubini, Paola Pitagora, Maria Angeli, figlia di Franco e responsabile del suo archivio, Otello Angeli, Anita Festa, figlia di Tano e responsabile del suo archivio, e anche a Leonardo Crudi, giovane artista che oggi interpreta e rielabora l'immaginario di quegli anni. “Ombre elettriche” evoca anche la fotografia, quella di David Bailey, che negli anni 60 ha catturato l'atmosfera della Swinging London.
Il documentario “David Bailey, il fotografo delle star” del regista Jérôme de Missolz racconta, invece, il fotografo e cineasta, pittore e scultore londinese, di umili origini e immenso talento che ha ispirato “Blow-Up” di Michelangelo Antonioni e che nella vita è stato sposato con Catherine Deneuve e amico di star come Mick Jagger, Andy Warhol e Jack Nicholson. Il regista lo segue tra lo studio di Londra e la casa di campagna nel Devon, dove, circondato da familiari e amici, Bailey continua a produrre scatti che lasciano il segno da più di cinquant’anni.